Mestieri
contadinoLivello di scolarizzazione
licenza elementarePaesi di emigrazione
EtiopiaData di partenza
1939Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)E' il 1939, mancano pochi mesi all'ingresso dell'Italia nella Seconda guerra mondiale. Giosino Fino si è arruolato volontario in Aeuronautica e parte per l'Etiopia.
Quando arrivai a Napoli, il Piroscafo “PO” era ancora in porto, mi misero in punizione di guardia alla cassaforte, erano tre giorni che non chiudevo occhio! Dormii in piedi. Mi hanno dato il corredo e sono partito da Napoli il 13 dicembre 1938. Sulla nave c’era una ragazza veneta di nome Marietta che s’era sposata per procura e stava andando a Dessiè per raggiungere suo marito. Il Mar Rosso è capace di dare un’energia formidabile, infatti avevo una grande forza dentro e la notte sul ponte mi avvicinai a lei, parlammo molto, scherzammo, poi un po’ per volta ci trovammo sdraiati sul ponte sopra la mia coperta personale. Quando dovetti riprendermela fu un problema: era attaccata al catrame che teneva unite le assi di legno del ponte della nave , se ne venne senza strapparsi ma era piena di chiazze di catrame . Ci facemmo compagnia per tutto il viaggio. Facemmo una sosta Porto Said, non scesi dalla nave. Al porto c’erano dei neri che ci chiamavano: “Pascà, compà, tira a campà: sigarette!” Ci lanciavano dei cestini legati ad una funicella, noi ci mettevamo i soldi e loro poi ci davano la merce. Le nazionali in Italia costavano 2 lire che bisognava lavorarci una giornata per pagarle, qui invece le ‘tre stelle’ costavano 50 centesimi . Misi 10 lire nel cestello e tirai su 20 pacchetti. Nel cestello c’era anche una bustina di polverina bianca, credetti che fosse talco e la buttai nella cassettta del corredo militare. Il 22 dicembre 1938 sbarcammo a Massaua, al porto c’era il marito di Marietta che l’aspettava. Noi militari salimmo sul treno riservato fino a Asmara. Dopo pochi giorni andai a cercarla, trovai la sua casa, bussai, lei non aprì nemmeno, chiese: “Chi è?” quando dissi il mio nome lei rispose che non mi conosceva e che me ne dovevo andare via anche se penso che aveva di sicuro riconosciuto la mia voce. La porta rimase chiusa. Rimasi ad Asmara qualche mese. Stetti in magazzino, in cucina, imparai a conoscere gli aerei e le armi. Avevo già visto quello che c’era da vedere. Ero curioso di andare da qualche altra parte. Feci così domanda per andare nell’interno dove pagavano di più: 7,50 lire al giorno. Misi subito la firma. Quando arrivai al Campo Base Aerea di Dessiè era il 9 febbraio 1939, quelli che erano li mi chiesero: “Tu, cosa hai fatto?”, capii presto cosa significava. Era una zona operativa e punitiva e io avevo liberamente scelto di andarci. C’erano le pulci penetranti. Iniziai facendo l’artificiere, s’avvitavano le spolette, si preparavano le armi. Nel deposito avevamo l’Iprite. Per un patto internazionale non dovevamo usarla. Un capitano della 18° squadriglia tocco’ con la mano una cassa umida che la conteneva e gliela mangiò.
Il viaggio
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