Viaggio esaurito

Rishikesh, pomeriggio, 8 ottobre 1983

Nel comodo albergo stile occidentale in cui già avevamo pernottato io e Mario, qualche tempo fa, sto facendo il punto della situazione; sono molto stanco, perché scendere dalla montagna ha significato, oltre alle camminate, anche due giorni di bus che non auguro a nessuno. In viaggio (quello di oggi è stato veramente orribile) ero agli sgoccioli; ora sono più tranquillo, ma forse solo perché mi avvicino, anche fisicamente, al volo di ritorno: infatti la prossima tappa è, Delhi, e se prendo il treno domani notte, potrei esserci già lunedì mattina, cambiare qualche “cheque” e andare diritto filato all’aereoporto per sentire un pò del mio volo; sto pensando di chiedere se posso anticiparlo, dicendo che (tocchiamo ferro!) sto male; un pò mi dispiace, sembra una sconfitta (o lo è?), ma a questo punto il viaggio in India mi sembra esaurito, e non so se vale la pena aspettare, negli alberghi o facendo un pò il turista, l’ora X. Certo, potrei visitare daipur, nel Rajastan, la cui gente, fiera e vivace, si distingue subito, e mi piace molto; prima ancora potrei vedere Agra ed il suo Taj—Mahal, da Bombay potrei andare a visitare l’isola e le grotte di Elephanta, però non so se ne avrò voglia; il caldo tremendo di queste ore mi fa rimpiangere il fresco himalayano (non sono mai contento!),’ e comunque, se devo perdere tempo e soldi tanto per fare l’ora, può darsi che cerchi di rientrare prima. Ciò mi sputtanerà ancora una volta, però non mi creo grossi problemi per questo, perché se ripenso alle cose successe e rileggo i miei appunti, mi sembra che a qualcosa sia servito: prima di tutto mi sono molto divertito con i miei amici, particolarmente in certi periodi; inoltre, ho avuto la scossa che cercavo da questo giro, e forse, con calma, riuscirò presto a chiarirmi un pò le idee.