Mestieri
operaia, scrittriceLivello di scolarizzazione
Paesi di emigrazione
SvizzeraData di partenza
1969Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Gemma è emigrata in Svizzera alla fine degli anni '60. Nella sua memoria evoca il momento imprecisato in cui ha capito che la scelta compiuta era quella giusta e che Zurigo era il luogo in cui voleva vivere. Nonostante le difficoltà legate alle precarie condizioni di salute della piccola figlia.
“Questo è il posto dove voglio vivere! “. Me l’ero detto, per la prima volta ad alta voce, una mattina d’inverno in un momento di incontenibile dolore e coi pugni levati al cielo. Lo avevo quasi urlato a quel sole che già splendeva radioso. Avevo portato per la prima volta Daniela all’asilo. Avevo tanto pregato, bussato a cento porte perché me la prendessero per qualche ora, affinché l’inverno non significasse per lei isolamento totale da quel mondo di bambini che le apparteneva. Mi venne concesso: una volta alla settimana. Due ore. Quella mattina era il grande giorno. Lei era elettrizzata, adorava stare con i bambini; io gioivo di quella sua felicità. L’avevo dovuta portare in braccio perché una grande nevicata aveva reso impossibile uscire con la carrozzina. Due ore! Capivo che non era facile, era piccinina e, per giunta, ingessata fino alle anche, una ingessatura che la teneva prigioniera dalla nascita, ed erano ormai più di quattro anni. All’asilo restai poco, il tempo di qualche spiegazione: i bambini avrebbero dovuto starle intorno se volevano farla giocare perché lei non poteva fare altro che stare seduta per terra. – Mamma, guarda come “cammino!” – aveva esultato mostrandomi tutti i suoi dentini. Facendo dei piccoli balzi con il sederino, si spostava come una formichina, trascinando i pesanti gessi. A lei bastava, era felice. Io avevo il cuore colmo di tristezza: un altro confronto con la realtà e la visione di futuri problemi che già mi immaginavo. Andando all’asilo, ero stata molto attenta a non cadere, a badare alla neve che, abbondante, ingombrava ancora tutta la strada. Non avevo fatto caso a quanto fosse bello il paesaggio, sembrava incantato. Lo notai solo al ritorno. Forse perché quella natura felice era in estremo contrasto con il mio stato d’animo. L’esteso prato di fronte al nostro palazzo era intatto, non c’era un’orma. Gli alberi e le linee delle case si erano arrotondate e addolcite, La serenità del paesaggio lenì il mio dolore. “Sì, questo è il luogo dove voglio vivere”, avevo ribadito. Ed era stato come se una folata di vento avesse spalancato una finestra e portato via tutto, fatto posto a quell’aria fresca che mi rianimava: respiravo ancora. Da quella volta, tantissime altre volte, in tantissime altre occasioni me l’ero ripetuto convinta: “Sì, è questo il Paese in cui voglio vivere”.
Il viaggio
Mestieri
operaia, scrittriceLivello di scolarizzazione
Paesi di emigrazione
SvizzeraData di partenza
1969Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Gli altri racconti di Gemma Capone
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