Pollicino dell?america centrale

Due anni fuori dall’Italia, due anni passati in Nicaragua Pollicino dell’America Centrale che ha indossato gli stivali da gigante. Ora l’impegno per raccontare. E non trovo le “parole per dirlo”, la paura di allontanarmi definitivamente, forse più semplicemente, la difficoltà anche di diventare un interlocutore di me stesso. Managua, una città senza centro, una città senza punti di riferimento, una città che si costringe ad una mediazione con la campagna. Nel ’72 un forte terremoto la distrugge quasi completamente, inoltre l’avidità del tiranno le impedisce la ricostruzione; così senza il pur minimo piano regolatore, Managua cominció a crescere rapidamente ed anarchicamente sotto la spinta di una forte urbanizzazione che tutt’ora la caratterizza. Per arrivare a Managua, Nicaragua, “scelsi” le linee sovietiche. L’Aeroflot passa per Mosca, Shannon, La habana e, sorvolando il lago Managua, arriva all’Aeroporto Augusto Cesar Sandino.