Mestieri
infermieraLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
MadagascarData di partenza
2001Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)Dopo alcuni mesi di soggiorno in Madagascar, tra il 2001 e il 2002, Annapia Sogliani ha l’occasione di entrare nell’intimo della comunità locale, e delle case delle persone comuni.
2 marzo 2002
Ultimamente mi si è offerta la chance di andare con un’infermiera francese ed una malgascia a visitare le famiglie che seguiamo in dispensario. Questo mi permette di conoscere meglio le situazioni familiari. le possibilità economiche e posso vedere da vicino come vive veramente la gente. Penso infatti che finché si sta fuori dalle case non si può capire del tutto cosa vuol dire essere poveri. Adesso ho visto ma mi rendo conto che finché non vivrò come loro non potrò mai comprendere pienamente cosa significhi aver fame, ammalarsi spesso, avere l’incertezza del domani, non poter fare progetti di vita perché tanto non ci saranno mai altre possibilità, … Soffro per questa mia impossibilità e non mi sembra giusto: perché io ha avuto tanto?
Durante le visite a domicilio ho visto case di tre metri per due (per otto persone) in paglia, plastica. terra e cartone; quando piove l’acqua entra dappertutto. Queste “case” possono essere affittate; l’affitto mensile è dí 40.000 franchi malgasci (FMG). Lo stipendio dei nostri insegnanti delle scuole salesiane (quindi ben pagati) è di 180.000 FMG. circa 6000 FMG al giorno. Molti abitano lontano e non possono prendere il bus perché andata e ritorno costa 2000 FMG. Il prezzo di un sacco di riso (da 50 Kg) è dí 150.000 FMG e deve durare un mese in una famiglia di almeno 10 persone. Un paio di sandali di scarsa qualità costa circa 30.000 EVIG; per fortuna è un obbligo contrattare al mercato: io ho comprato un paio di scarpe di questo tipo e contrattando sono riuscita ad averle a 25.000 FMG mentre chi è abituato e più abile può ottenere anche di ridurre il prezzo della metà. Un’altra spesa indispensabile è il carbone che si usa per cucinare o su fuochi fatti a terra o su appositi contenitori. Per questo in dispensai-io vengono tantissimi ustionati, soprattutto bambini. Ho visto anche una donna epilettica che una volta durante una crisi è caduta sul fuoco. Quasi nessuno ha l’acqua corrente e la gente deve andare alla fontana più vicina e fare molta strada portando secchi d’acqua sulla testa o sulle spalle. Vedo tanti bambini con la pancia gonfia; generalmente si tratta di parassitosi. Ho notato in questi mesi che sono tantissime le persone con gravi problemi mentali; i motivi possono essere molteplici ma alla fin fine la causa principale è sempre la povertà e cioè insufficienza alimentare e soprattutto gravi crisi di malaria. In Europa la malaria spaventa tanto ma in realtà noi in questi paesi prendiamo forme più leggere perché facciamo lavori meno pesanti, possiamo riposare e soprattutto mangiare adeguatamente. Loro invece possono avere febbre elevata anche per molti giorni. Oggi all’oratorio alcuni bambini mi hanno chiesto cosa mangio in comunità con le suore. Io non sapevo come rispondere e sono riuscita a trovare una risposta furba: “mangiamo riso e loca.” Loca è qualsiasi cosa si metta sul riso; si possono intendere o fagioli o verdure o carne o pesce, eccetera.
Il viaggio
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