Mestieri
assistente tecnico, contadinaLivello di scolarizzazione
diploma scuola media superiorePaesi di emigrazione
Sud AfricaData di partenza
1996Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)Temi
ritornoTemi
ritornoÈ l’epilogo del lungo viaggio affrontato da Francesca nel 1996 in Sudafrica.
E’ tempo di preparare la partenza. Spendiamo gli ultimi rand al mercato per comprare regali per familiari ed amici. Scelgo un tamburo per il mio fratello minore, non tanto come strumento musicale ma come affascinante elemento decorativo, elaborato con pitture, incisioni e pelli. Torniamo a salutare tutte le persone che a Città del Capo ci sono state vicine, dedichiamo le ultime telefonate a Rose in Port Elizabeth e Sandra in Johannesburg. Non so se tornerò a trovare queste persone, ma per me costituiscono dei legami anche se fosse solo per questo breve passaggio nella mia vita. Il tempo a disposizione si sta accorciando e non mi pare vero di stare già preparando i bagagli. Lucille si è offerta di accompagnarci all’aeroporto, ho consumato tutti i miei soldi ma i costi della nostra permanenza sono stati veramente irrisori. Considerando anche le quote per il viaggio in aereo, avremmo speso molto di più restando a casa a pagare il riscaldamento invernale. E’ deciso che Sandy si fermerà a Londra mentre io proseguirò per l’Italia, riusciamo a racchiudere tutti i nostri averi, compreso il tamburo, in cinque colli: due zaini da portare in spalla e tre da spedire in aereo. Uno di questi si fermerà a Londra con Sandy, gli altri due verranno con me in Italia, sono angosciata dal trasportare questi due grandi ingombri dall’aeroporto Fiumicino alla Stazione Termini e poi in treno e poi ancora in pullman fino a casa. Chiamo la mia amica Elvira per un aiuto e lei promette che sarà ad attendermi a Fiumicino. Sentire al telefono una voce amica parlare in italiano mi rincuora allontanando le tristezze della separazione da Sandy tra le braccia di Lisa. Potrei decidere di fermarmi a Londra ma sento da Sandy un rifiuto psichico ed inoltre non ne posso più di lei e la scelta di ritornare in Italia dipende anche dal fatto che ho necessità di una pausa. Siamo state in un contatto così stretto che, per quanto ne sia ancora molto innamorata, ho necessità di respirare fuori della sua presenza. Sandy approfitta per contattare di nuovo suo fratello, frettolosamente lui avvisa di aver parlato con suo padre che sembra avere presentato una lista infinita di difficoltà e giustificazioni ma si riserva di riflettere sulla questione per dare una risposta tra qualche giorno. E’ il 5 aprile 1996, Lucille ci accompagna all’imbarco. C’è una lunga fila allo sportello della compagnia aerea. Accomodiamo i bagagli sul carrello e ci accingiamo ad abbracciare l’amica sudafricana per un ultimo saluto. Ci avviciniamo con i corpi e dal suo petto sento chiaramente fluire una fiamma liquida che si trasmette al mio cuore regalandomi un piacevole sollievo. Siamo entrambe estasiate da questo saluto, con Sandy ci guardiamo in vibrante gioia. Rimaste sole, commentiamo: “Lucille è proprio una bella persona” Sandy si occupa al solito dei biglietti, i nostri tre bagagli vengono appoggiati sul carrello e lei specifica, con attenzione, quali sono destinati all’Italia e quale invece si fermerà a Londra. Alleggerite dei nostri ingombri ci incamminiamo verso la sala d’attesa. Salendo in aereo non mi sento affatto la stessa persona che è scesa qui tre mesi fa, quasi non mi riconosco più. Si sono sbriciolate le mie convinzioni più ovvie ed è come se in tre mesi avessi vissuto molte vite morendo e rinascendo ogni volta. Mi sento più piccola, ma anche più fiduciosa, sento la mia coscienza in espansione respirare con una diversa intensità. Mi rendo conto che quando tornerò nella mia città avrò da perdere qualcosa di questa esperienza, che faticherò a ritrovarmi con i miei concittadini, mi dovrò in qualche modo restringere, ma ciò non mi impedirà di vivere la vita con occhi tanto diversi.
Il viaggio
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