Paesi di emigrazione
LibiaData di partenza
1942Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)È giunto l’ordine di evacuare Tripoli. Giuseppe e i suoi commilitoni ripiegano verso la Tunisia.
Nell’aria vi sono ancora colonne di fumo per le distruzioni e gli incendi appiccati stanotte. Si dormicchia. Come è opprimente star senza far nulla quando già si sa che devono accadere da un momento all’altro eventi decisivi e che forse ci si potrebbe restare. Preferirei che dietro le dune spuntassero le sagome dei Pilots: almeno saremmo trascinati dall’azione e non penseremmo a nulla. È tremendo attendere un ordine che non arriva mai e che pur deve arrivare. E tremendo starsene sdraiati per terra e non sapere nulla, nulla. Finalmente, verso le tre giunge E. che mi dà il cambio. Ritorno al gruppo con T., D., P, F., F.; trovo polenta, biscottini tedeschi e gallette. I pezzi sono schierati sul viale ad un intervallo di sei o sette metri l’uno dall’altro; le macchine son tutte pronte per partire. C. va e viene dal Comando tattico; finalmente verso le 17 giunge con l’ordine atteso: «alle 18 schierarsi sulla pista, all’imboccatura della strada». Monto, come al solito, sul 26 con R. e E. Finalmente si parte! La luna sorge lentamente e attutisce il bagliore degli incendi moribondi smorzando, attenuando le vampe rossastre che sinistramente ci salutano. Usciamo finalmente sulla litoranea: non credevo che ci fossero quaggiù strade così belle e ville così graziose e attraenti. Tutto lavoro di Italiani che s’abbandona al nemico! Negli occhi degli uomini sento l’ansia: riusciremo ad oltrepassare il bivio di Castel Benito? Nella notte, calma e pallida, le macchine filano alla massima velocità, distanziate le une dalle altre. Non si vede un’anima viva. Le case che oltrepassiamo sono tutte chiuse e proiettano la loro ombra, velo di lutto in questa notte di dolore. Davanti m’è la camionetta di T che vola vertiginosamente sull’asfalto meraviglioso e il telone dello chassis, sbattuto dal vento della corsa, è una massa oscura che assume atteggiamenti di strega sghignazzante che svolazza, fuggendo, i suoi cenci fuligginosi. C’è una calma tragica e silenziosa che fa trattenere persino il respiro. È quella calma che sovrasta gli ultimi scaglioni che lasciano un territorio ove fra poco entrerà il nemico. La R.A.E, a quest’ora, sarà oltre Zuara. E la corsa continua. Si arriva al bivio, lo si oltrepassa, si corre sempre. A Sud si perdono gli incendi; lungo la strada, ogni tanto, si trova una casa che brucia negli ultimi aneliti di una distruzione compiuta: sussistenze, depositi, magazzini tutto è stato divorato dal fuoco. La luna, la luna delle grandi occasioni, sembra vestita a festa e ammanta Tripoli. Pare che si sia alleata con gli Inglesi: ogni volta che il suo disco sì è riempito d’oro argentato il nemico ha sferrato la sua offensiva e ogni volta abbiamo fatto marcia indietro. Stanotte lasciamo Tripoli. Tripoli, qual dolore per il nostro cuore di Italiani. In questa notte forse abbiamo distrutto un’opera più che trentennale e il cuore dei nostri padri, che a Tripoli sbarcarono, in questa notte sanguina. Stiamo lasciando, abbiamo lasciato tutta la Libia. In questa notte Tripoli, che non ho mai vista, si dilegua e scompare. Quanti cuori ci seguono in questa notte? E conscia la nazione del grave colpo che abbiamo sofferto? Le macchine volano e Tripoli scompare nella notte, in una notte di luna e di sogno. Per sempre?
Il viaggio
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LibiaData di partenza
1942Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Gli altri racconti di Giuseppe Santaniello
Tripoli muore
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22/1/1943 - Albeggia. - C'è in giro una calma cui preferirei il rumore delle cannonate. Non ho...