Mestieri
marinaioLivello di scolarizzazione
diploma di scuola media superiorePaesi di emigrazione
India, Portogallo, SudafricaData di partenza
1914Periodo storico
Periodo post-unitario (1876-1914)Di rientro dall’Africa verso l’Europa, imbarcato su una nave mercantile inglese, Galli rischia di essere vittima di naufragio per un tentativo di aggressione da parte di un sottomarino tedesco.
Mia cara famiglia
Il Marquette inseguito da un sottomarino tedesco. Lo spettacolo della morte è triste.
Forse non sarete troppo disposti a credermi e vi sarà il caso che mi tacciate da Folle, accusandomi di maniaco raccontando avventure; ma la vostra accusa non mi impedisce dal dire il vero; ed il fatto assumendo una certa importanza devo raccontarlo; liberi voi dal crederlo o no, il fatto è vero e per debito di verita lo trasmetto. Ritornavamo a Londra, ove giungemmo ieri; eravamo sù per giù all’altezza delle isole di Wight, situate sulla costa sud della Inghilterra. Era verso la mezzanotte circa, ed a quell’ora tutti sì stava dormendo; ad un tratto una voce corre per tutta la nave: “tutti in coperta colle cinture di salvataggio !” Non vi era tempo da perdere, vestirsi alla meglio e via sul ponte. Sono sù il mio canotto era già pronto per essere calato; chiedo cosa c’è ed o per risposta: ” is German submarine” A tale risposta alzai gli occhi al cielo, e collo sguardo osservavo la luna che colla sua luce pallida sembrava che ci assistesse alla nostra prossima agonia; tirai qualche moccolo, mi misi a braccia conserte e colla testa più che rigonfia aspettavo che il destino si compiesse. Fortuna volle, che il formidabile colpo mai si sentiva, e noi potemmo giungere a Londra. Ecco come si volsero le cose. Il sottomarino si avanzò verso di noi animato da sentimenti umanitari, ci intimò di fermarsi per dare quei pochi minuti di tempo per salvare l’equipaggio; il capitano del marquette alla intimazione dell’alt à lanciato la nave a tutto vapore disegnando delle enormi esse, in maniera che il sottomarino non a potuto tirarci, il fatto fu che miracolosamente riuscimmo a liberarci; poche ore dopo 4 torpediniere erano con noi e sempre viaggiando, ci giravano attorno a forma di cerchio, lungo tutto il canale. Fra l’equipaggio vi era un cuoco, un belga, affetto da forti reumatismi; il medico nel mentre che noi si stava in coperta , passeggiava nel corridoio dell’ospedale, e colla rivoltella in pugno attendeva il momento per freddare quell’infelice. Ecco , dissi fra me, come per il bene dell’umanità bisogna essere assassini.
Se aveste veduto il mio Marquette a galoppare in quella pista azzurra, sembrava proprio che fosse a San Siro o ai Parioli. La ciminiera era un vulcano. Ormai anche questa l’ho scampata.
Il viaggio
Mestieri
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