Mestieri
insegnante, pittriceLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
RussiaData di partenza
1969Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Mosca, la città simbolo del comunismo sovietico, un luogo mitizzato da intere generazioni negli anni ’60. Sara Cerrini, in viaggio con il marito e un gruppo organizzato da un sindacato di sinistra italiano, è sicuramente tra coloro che guardano con ammirazione al modello sovietico, ma senza risparmiare critiche al regime.
Alle nove di mattina del 20 luglio siamo a Mosca. I compagni comunisti sono eccitati nel metter piede nelle stazione della grande capitale. Mentre tutti sono occupati a organizzare la partenza in pullman per l’albergo io giro qualche metro di film per cogliere quel via vai multicolore che vedo intorno a me. Mi colpiscono i grandi cartelloni di propaganda che inneggiano alle glorie del glorie del regime e per reazione fermo subito l’obbiettivo su una cesta di fresco ribes che un contadino ha posato per terra. La mia scelta va senz’altro alle glorie delle natura che un lavoratore modestamente offre ai miei occhi. Dopo poco siamo allo Sputnick, un grande albergo di 16 pieni dove ci riposiamo, pranziamo e da cui si parte nel pomeriggio per la prima visita alla città. La grande Università alta più di una cattedrale gotica dove ci fermiamo brevemente, il monumentale teatro Bolscioi che purtroppo possiamo vedere solo di fuori, la immensa piazza Rossa che ci appare a sera come un grande palcoscenico proiettato sul cielo tempestoso, tutto contribuisce quando ritorno all’albergo e mi riposo nella mia camera a farmi sentire un piccolo essere che sciama con molti altri nell’Universo.
Il viaggio
Mestieri
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