Mestieri
pensionatoLivello di scolarizzazione
diploma di scuola media superiorePaesi di emigrazione
Isole SalomoneData di partenza
1981Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)Giancarlo è costretto a lasciare il figlio Roberto all’ospedale dell’Isola di Honiara, nell’arcipelago delle Salomone, per proseguire con l’altro figlio Marco verso un’isola più piccola dove vogliono andare a incontrare alcune popolazioni indigene.
3 agosto, lunedì
Il parere dei medici e’ drastico. Roberto non si può muovere ancora per parecchio tempo: anche se la ferita promette di rimarginarsi bene, ci vorranno diverse settimane prima che i tessuti si riformino e nel frattempo bisogna assolutamente evitare il rischio di una nuova infezione che sarebbe pericolosissima. Medicazioni un giorno si e un giorno no, e controlli continui. Discussioni e conciliaboli, dopo di che viene deciso che Roberto andrà in ospedale per una diecina di giorni (solo col prete non. vuole stare e David e’ sempre sfrattato), e io e Marco a Malaita in una visita accorciata in attesa di tempi migliori, con la speranza che lo scopo del mio viaggio e le aspettative dei ragazzi non siano definitivamente pregiudicate.
6 agosto, giovedì Depositato tre quarti del nostro bagaglio al riparo nell’ufficio di David e ficcato il resto in due capaci zaini colorati, affidato Roberto alle cure del dottor Rogers, comprate le ultime cose e salutato il pretone-albergatore col suo vocione la mogliona e i suoi cartelli edificanti appesi dappertutto e pure nel cesso, io e Marco ieri sera tardi siamo saliti sulla “Solomon Princess” che in una notte ci ha traghettato ad Auki, nell’isola di Malaita. Se Honiara la capitale e’ tutta su un’unica strada, Auki, capoluogo di provincia, come città è poco più di un nome. Dopo due ore e qualche prima informazione qua’ e la’, ne siamo già fuori. Al primo villaggio poco distante troviamo subito ospitalità: siamo ancora in periferia e tra le caratteristiche case di foglie di sego fa capolino qualche fabbricato “moderno”, c’e’ per fino una conduttura dell’acqua con qualche rubinetto negli spiazzi principali per lavare e sdocciarsi, ma una quindicina di ragazzetti e’ già intorno a noi, decisa a non perdere una battuta del lo spettacolo. In canoa ci portano sull’isolotto in mezzo alla laguna a giocare con loro e a fare il bagno, le bambine invece guardano e ci ridono ma non osano avvicinarsi. E se le guardi fisso, specie le più’ grandicelle, scappano a nascondersi. All’ora di pranzo, noi già dormiamo, il capo del villaggio lascia silenziosamente sul pavimento della nostra capanna due scodelle di riso o pesce bollito, e una caraffa d’acqua. Più tardi torniamo ad Auki per incontrare Jonathan Fifi. Vorremmo andare dalla gente Kwaio che vive nella parte centrale dell’isola, da una costa all’altra attraverso i monti dell’interno. Ci sono già stati sommariamente descritti come i più incontaminati nelle tradizioni e nel genere di vita; non hanno voluto missionari, hanno respinto ogni altro tentativo di intrusione dei bianchi. Un loro capo, Jonathan Fifi, esponente dell’indipendenza nazionale, membro del Parlamento regionale, può se vuole esercitare la sua influenza per farci accettare dai suoi Kwaio. Ci ha dato appuntamento alle quattro ma alle sei ancora non si vede e andiamo a cercarlo al bar. Quello che vediamo, e il colloquio che segue, ci lasciano di stucco: Fifi e’ seduto per terra a bere birra con altri tre o quattro, nell’angolo di uno stanzone assolutamente vuoto, salvo alcune panche addossate alle pareti, sulle quali ciondolano avventori più meno ubriachi. Il barista e’ asserragliato dietro una fitta grata di legno e allunga le bottiglie una per una da uno sportellino come fosse il cassiere di una banca più volte rapinata. Tentiamo di spiegare lo scopo pacifico e tutt’altro che commerciale del nostro viaggio.
Il viaggio
Mestieri
pensionatoLivello di scolarizzazione
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Isole SalomoneData di partenza
1981Periodo storico
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