Mestieri
architettoLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
EgittoData di partenza
1990Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)Temi
viaggioTemi
viaggioUna visita al monastero di Santa Caterina, sul monte Sinai, il luogo dove secondo la tradizione Mosè ha ricevuto i comandamenti, è l’occasione per Clara di riflettere sulla vita che conduce, e sulle false ossessioni di tutti i giorni.
20 agosto Siamo partite come sempre a malincuore, Nasser addirittura piangeva. I saluti sono stati lunghissimi ma alla fine abbiamo caricato tutto sul taxi. Eravamo in viaggio ormai da mezz’ora quando Maria si è accorta di aver lasciato il suo zainetto con macchina fotografica, passaporto e biglietto aereo a Dahab. Dietro front e quando siamo arrivate al camp abbiamo avuto un’accoglienza da film, tutti pensavano che avessimo cambiato idea, ma dopo un attimo di indecisione siamo ripartite: c’è la luna piena, non esiste notte migliore per salire sul Sinai! Siamo arrivate al monastero di Santa Caterina a mezzanotte, abbiamo lasciato i bagagli a uno dei quindici monaci ortodossi che vivono lì e abbiamo iniziato la lunga salita. Il monte è alto 2300 metri, e siamo arrivate in cima dopo sei ore di cammino, appena in tempo per l’alba. Nel salire ho provato sensazioni insolite, la luna e le stelle illuminavano in modo quasi innaturale il sentiero, mi girava la testa e tra le vertigini le rocce assumevano strane forme che sembravano animate, ma il clima era fresco e continuando a pensare che sarei scoppiata prima di arrivare in vetta, ce l’ho fatta. I 3000 gradini che Mosè salì per ricevere le tavole dal Signore li faremo al ritorno in discesa, anche se in salita sarebbero stati un ottimo esercizio per la cellulite. In cima tirava un vento gelido, ma le montagne e il paesaggio circostante erano davvero mozzafiato, tanto da farti dimenticare di tutto: ogni cosa assumeva una diversa dimensione. Ho pensato a Milano, alla “strana” vita che in fondo tutti vi conduciamo, presi da mille impegni di lavoro e non, che sembrano sempre assolutamente importantissimi e improrogabili. Per fortuna ogni tanto, almeno una volta all’anno, riesco a “staccare” da queste forzature e per qualche giorno avere finalmente il tempo di fermarmi e pensare, ridimensionare la realtà e distinguere ciò che è veramente importante da quello che invece si può trascurare. Il curioso è che il più delle volte ci sembrano basilari proprio le cose che in realtà lo sono di meno! E quando ci si trova in luoghi magici come questo, non si -può fare a meno di pensare: “Ma chi ci obbliga a sbatterci tutto l’anno come dei pazzi in città piene di smog e di traffico, guadagnando un misero stipendio che basta a malapena per l’affitto e la benzina?”. La prima reazione è di sconforto, e ad ogni viaggio si ripresenta la stessa tentazione: cambiare vita per sempre. Ma poi uno ci ricasca, mette piede due giorni a Milano ed è nuovamente ingoiato nel vortice della solita stressante e caotica vita metropolitana. Bastano poche ore e già ci sembra che il mondo crolli se non riusciremo a consegnare quel lavoro a quella data ora!
Il viaggio
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