Mestieri
impiegataLivello di scolarizzazione
diploma di scuola media superiorePaesi di emigrazione
Bosnia-ErzegovinaData di partenza
1988Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)La partenza per il pellegrinaggio a Medjugorje di Patrizia e degli altri membri della sua parrocchia di Roma.
6 Settembre 1988, ore sette meno un quarto : la citta’ si sta svegliando pigramente e nell’aria s’odono solo il fruscio di poche auto ed il brusio dei passeri tra i platani. Siamo gia’ convenuti quasi tutti dinanzi alla chiesa di San Martino ai Monti, luogo di incontro per i pellegrini diretti a Medjugorje e timidamente ci presentiamo gli uni agli altri; molti vengono da fuori Roma: da Albano, da Rocca Priora, da Allumiere, da Civitavecchia, da Ostia e Suor Maria Alba dalla provincia di Terni, senza contare che Padre Mario vive ad Albany, in America! Siamo in pochi, provenienti dalla parrocchia, ad essere gia’ affiatati.
Inizia la difficile operazione dello stivaggio dei bagagli che occupa una buona mezzora, poi saliamo sul pullman per occupare i posti già prestabiliti e siamo pronti per la partenza che avviene alle otto e un quarto, quando la città è ormai ridestata dal traffico già caotico. Inoltrandoci in esso, ci lasciamo alle spalle i nostri problemi quotidiani, la sagoma bianca della chiesa, Padre Angelico che ci saluta un po’ triste ed un nastro d’edera brillante di rugiada che s’addensa folto sui muri di palazzo Brancaccio e vibra al vento fresco della mattina.
I tre organizzatori, Paolo G., Paolo R. e Mario M., hanno gia’ iniziato il loro compito di sostegno materiale, mentre Padre Antonio, che invece ci guiderà spiritualmente, invita i convenuti a non infierire troppo su di loro se si verificherà qualche imprevisto o se verrà rilevata qualche manchevolezza durante il pellegrinaggio.
Comincio a guardarmi intorno, a scrutare i volti dei miei compagni, per capire qualcosa dei loro caratteri, dei loro sentimenti e della loro disposizione d’animo nell’affrontare questo viaggio. Alcuni, come ho detto, li conosco già, so già della espansività di Mario e della pensosità di Giuliana, entusiasti della loro prima esperienza a Medjugorje condivisa con Minima, operosa e simpatica, conosco il volto sereno di Paolo G., quello enigmatico di Michela sua moglie, il volto aperto di Padre Antonio che oggi appare raggiante e rilassato forse perché, una volta tanto, non ha sulle sue spalle il peso dell’organizzazione, quello sornione di Fra’ Ignazio, il viso tranquillo della signora Alba, il viso aperto di Aldo, eppoi quelli giovani ma maturi ed espressivi delle ragazze, la faccia giocosa di Lino. Gli altri imparerò a conoscerli col passare dei giorni vissuti insieme, ma su tutti è dipinto un sentimento di attesa e di speranza … Anche sul mio, certamente, saranno disegnati gli stessi sentimenti e le stesse emozioni; dentro, invece, mi si agita un’oscura confusione fatta di dubbi e di certezze, di interrogativi, di negazioni che si alternano, si placano e poi riappaiono come spiritelli maligni in vena di burle.
I tre organizzatori hanno, ovviamente, caratteri diversi che però si compensano e si amalgamano compatti, a formare un unico fronte contro cui si spezzeranno gli ostacoli, la confusione, l’indifferenza che incontreremo sulla nostra strada o che involontariamente o meno creeremo noi del gruppo. I due Paoli fisicamente si somigliano un po’ per la corporatura e l’altezza, ambedue hanno quarantadue anni e sfoggiano baffi e barba precocemente ingrigiti ma Paolo G. ha una capigliatura più folta e mossa dell’altro e porta occhiali da vista, mentre Paolo R. inforca quelli scuri da sole. Mario M., invece non si può confondere con quella zazzera d’un bianco candido e quel vocione roco che spesso assume un tono autoritario di comando. Paolo G., oltre ad essere stato il promotore del viaggio, è il più maturo dei tre, un po’ per carattere, un po’ forgiato dalle due precedenti esperienze vissute a Medjugorje e dalla annosa amicizia che lo lega a Jozo – il ragazzo che troveremo ad attenderci a Spalato – che, come ci ha dichiarato: “Fa tutto per me ed io tutto per lui!”. Paolo G. ha capito profondamente il messaggio che dal piccolo centro jugoslavo si va trasmettendo al mondo e vive la sua vita di testimonianza con una tranquillità ed una coerenza che gli invidio. E’ instancabile nelle sue professioni di fede ed ha tempo per ogni cosa e per chiunque si rivolga a lui; si prodiga in chiesa, nella vita sociale, con gli amici ed a Medjugorje risolverà alcuni problemi con pazienza ed imperturbabilità. Ed in più è umile, dote oggigiorno dimenticata.
Il viaggio
Mestieri
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diploma di scuola media superiorePaesi di emigrazione
Bosnia-ErzegovinaData di partenza
1988Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)Gli altri racconti di Patrizia Fontana
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