Mestieri
impiegataLivello di scolarizzazione
diploma di scuola media superiorePaesi di emigrazione
Bosnia-ErzegovinaData di partenza
1988Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)Il pellegrinaggio di Patrizia Fontana a Medjugorje giunge al momento più atteso: insieme al gruppo che le accompagna, si trova al cospetto delle Veggenti e racconta sul suo diario le impressioni ricavate dall’incontro.
A Miletina per una breve pausa presso le famiglie e per un caffè che la nostra servizievole signora Neda ci offre amabilmente, poi di nuovo sul pullman rombante che ci condurrà davanti la casa di una delle Veggenti, Marja, che pare abbia acconsentito a ricevere il nostro gruppo per trasmetterci alcuni dei messaggi che la Madonna le affida. Resterà a parlare con noi alcuni minuti e noi ne “approfitteremo” per raccomandarle due o tre casi particolari. Arriviamo nella stradina pietrosa e soleggiata ed attendiamo pochi attimi, giusto il tempo necessario a Jozo per salire la breve scalinata che porta alla casa della ragazza ed ecco lo vediamo ridiscendere parlottando tranquillo con una giovane dai capelli castani che, arricciandosi, le incorniciano il volto chiaro un po’ largo.
E’ Viska, l’altra veggente, quella che non si tira mai indietro quando si tratta di parlare in pubblico. Scambia con Jozo, che conosce da tempo, alcune parole: è calma, allegra, una ragazza come tante che indossa un paio di pantaloni ed una casacca a righe. Il suo volto che il sole, penetrando tra le chiome frondose degli alberi piantati nel piccolo spazio antistante la casa, copre d’ombre è, purtuttavia, luminoso e da esso traspare una serenità che infonde pace e beatitudine. La sua voce, mentre ci parla, è come il cinguettio di un uccello, armoniosa, gradevole e scorre sulla mia anima come un unguento che istantaneamente rimargini le cicatrici che il tempo e le vicende della vita vi hanno impresso. Jozo traduce simultaneamente ciò che lei dice e riversa su di noi i messaggi della Madonna che chiede: Pace – Conversione – Preghiere – Digiuno; un piccolo malinteso tra i due giovani viene chiarito con una risata spontanea: il viso già splendente di Viska s’illumina ancora di più e riflette una sincera, cordiale ilarità. Quello che di lei colpisce e rimane impresso nel mio ricordo – e così penso per la maggior parte di noi – è proprio quel suo sorriso che mette in mostra una fila di denti rilucenti, un sorriso che ancora conserva qualcosa di infantile e di candido, qualcosa di perenne e di celestiale e che ci rende sicuri che un essere così può’ “vedere” la Madonna, può “parlarLe” ed “ascoltarLa”. Con gesti affettuosi ed incomprensibili frasi, ella s’accosta a confortare chi le si affolla intorno e le chiede di implorare Maria affinché intervenga a favore dei più sfortunati; oggi s’è impegnata a presentarLe non solo le istanze urgenti di alcune famiglie del nostro gruppo, ma anche quelle che ognuno di noi ha scritto in fretta su un piccolo pezzo di carta. La breve udienza s’è conclusa, Viska ci saluta guardandoci un’ultima volta e, precedendoci, esce dal cancelletto dell’abitazione, s’avvia per la strada scoscesa dove già l’attende un’altra piccola folla di gente, fedeli, curiosi che le vogliono parlare o solo toccarla, gente infelice o sofferente con richieste piccole o grandi, ugualmente importanti. Lei se ne va per le strade di questo piccolo paese, in cui ogni giorno arriva una gran folla sempre diversa eppure uguale per patimenti, problemi e speranze; se ne va con quel suo sorriso sicuro ed ineffabile nonostante la miseria ed i dolori che vede, con quella sua faccia angelica, ilare a volte come oggi l’abbiamo vista mentre parlava con Jozo. Tranquilla, nonostante la sua croce personale di malattia che essa porta con se’ come un piccolo vessillo da sbandierare sulla terra, nonostante il gravoso impegno di parlare ai pellegrini che occupa gran parte delle sue giornate e a cui non si sottrae …
Siamo di nuovo dinanzi alla grande chiesa; su un piccolo spiazzo si apre l’ufficio parrocchiale dove si vendono immaginette sacre e coroncine e dove una lunga fila di gente di varie nazionalità attende il suo turno per entrare. E’ una piccola stanza affollata in cui ognuno cerca un ricordino di questo straordinario luogo, che si creda o no nelle apparizioni. Anch’io mi tuffo nella mischia per conquistare medagliette e spilline che mi hanno commissionato, addirittura, alla mia partenza da Roma.
Il viaggio
Mestieri
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diploma di scuola media superiorePaesi di emigrazione
Bosnia-ErzegovinaData di partenza
1988Periodo storico
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