Mestieri
architettoLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
LibiaData di partenza
1928Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Angelo Nicosia ripercorre gli anni vissuti in Libia, tra una vacanza nei nuovi villaggi di coloni italiani intorno al 1938 e il ricordo di un incendio provocato dai ribelli.
Una breve vacanza fatta dalle nostre famiglie, assieme ad altri amici, il sig. Russo e signora e il sig. La Cognata, a bordo di nostre autovetture e delle due auto, una Bianchi e un’Alfa Romeo che la coppia di sposi formata dai miei fratelli con i figli di mio zio, avevano portato in Libia dal loro viaggio di nozze in Italia.
Una vacanza meravigliosa, della quale ricordo la lunga strada asfaltata che percorreva l’altipiano, passando tra campi rigogliosi pieni d’alberi in fiore, tra i Villaggi Luigi Razza e Beda Littoria e le case coloniche che i “Ventimila” contadini italiani, l’anno dopo, nell’ottobre del 1938, avrebbero abitato per cercare di dissodare e rendere fertili quelle distese steppose che si perdevano a vista d’occhio verso le lontane oasi di Cufra.
Prima di arrivare a Derna, ci siamo fermati a pranzare a Cirene per poter visitare le rovine greco-romane e per andare ad Apollonia, che vedevamo sulla nostra sinistra.
Resti di anfiteatri con colonne abbattute , tombe, strade sconnesse con basole di pietra calcarea sbrecciata e solcata dalle ruote in ferro dei carri, con ciuffi di sterpaglie secche negli interstizi e sparsi un po’ d’ovunque sugli altri reperti archeologici che erano in uno stato di completo apparente abbandono.
Qualcuno della comitiva, indicava e illustrava quelle rovine, che unitamente a quelle intraviste lungo la Via Balbia, a Lepts Magna, durante la fuga verso Tripoli, desidererei rivedere oggi, con più competenza, assieme a mio figlio Emanuele, anche lui architetto.
Ritornando a Bengasi, siamo entrati in città dalla Berka, percorrendo il Viale Vittorio Veneto e la Via Stazione, passando davanti alla Caserma Moccagatta, alla Caserma degli allievi Zaptiè, (i famosi carabinieri libici a cavallo), alla fabbrica della “Birra Cirene” e al Deposito Foraggi dell’esercito coloniale.
Anche a questo luogo è legato un ricordo della mia infanzia, pieno di vivide luci rosse.
Una notte, il Deposito Foraggi di cui sopra, che era stato realizzato in una vastissima buca sotto il livello stradale, alla Berka, fu dato alle fiamme da alcuni beduini ribelli, seguaci di Omhar El Mukhtar.
Fiamme altissime che si vedevano distintamente sopra le terrazze dei palazzi, dalle quali, sgomenti, le osservavamo, intimoriti delle altissime lingue di fuoco che salivano al cielo crepitando intensamente. Uno scenario dantesco, mai visto prima, da noi ragazzi.
Il viaggio
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