Viva l’Italia

L’aereo sta per decollare, sono le 22.00, in Italia le quattro. Com’è dolce la voce del comandante che in italiano ci da il benvenuto a bordo. L’aereo è un Jumbo 1601. Senti che nome: Italia. Ti vien fuori di bocca aperto, gagliardo, sonoro…. Giralo come vuoi questo mondo rotondo, ma dove la trovi un’altra terra che si faccia volere tanto bene?, che butta su dappertutto sostanza d’amore? Guardo fuori dal finestrino, sgrano gli occhi per vincere la prepotenza del sonno, fra poco sarò in Italia, perché l’America è “beautiful”, è grande, diversa, tutta da scoprire, difficile da descrivere. America è New York con i grattacieli che si affollano in un’isola di appena 12 miglia, così splendenti, incredibili, belli, che ti costringono a girare con il naso all’insù. America è la California, la terra dalle cose strane, improvvise, giovani. America sono gli stati dell’Ovest, con il fascino di un passato che dura nel tempo. Ma l’Italia è la mia patria e ne sento tanto la nostalgia. Sono le 10.20, stiamo sorvolando la costa francese, Ginevra, Torino. Da quassù le Alpi sono bellissime: creste e cime rocciose scintillanti di ghiacciai e di nevi eterne, si elevano alte nel cielo: più in basso, lungo i fianchi dei monti, si scorgono macchie cupe di abetine e verdi pascoli. In piccole conche luccicano qua e là laghetti dalle acque limpide, e fra monte e monte, si aprono belle valli cosparse di piccoli, graziosi villaggi. L’aereo atterra a Milano alle 11.30. Il mio viaggio è finito, forse, prima di morire ritornerò in America, ma quello che ho visto rimarrà un ricordo indimenticabile.