Mestieri
impiegatoLivello di scolarizzazione
diploma di scuola media superiorePaesi di emigrazione
AlbaniaData di partenza
1940Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Temi
guerraTemi
guerraAll’arrivo in Albania, nel gennaio del 1941, Aldo Biagioni incrocia i destini degli alpini della Divisione Julia, che nei primi mesi della campagna italiana sul fronte greco-albanese avevano pagato un altissimo tributo di sangue nelle infruttuose offensive italiane e per contenere le controffensive nemiche.
Venendo da Tirana, sulla sinistra di Paraboar, si ergeva imponente il Tomori, alto più di duemila metri, sempre innevato. Da esso si dipartivano balze degradanti, intervallate da profonde vallate. Paraboar era protetto, dalla vista dei greci, da una montagna dominante in un’ampia vallata. Da questa si ergeva Bregu Juliei; il nostro fronte dalla nottata del 18 gennaio. Al nostro arrivo era boschivo; in alto i greci in basso il 52° Reggimento Fanteria. Partiti da Spoleto affrettatamente eravamo senza scorte di vettovaglie e munizioni. Nelle giberne quattro caricatori del nostro fucile 1891 a canna lunga, che, in istruzione, dicevano il migliore del mondo. Forse lo era, ma molto ingombrante e poco maneggevole. Si trattava di arginare l’avanzata dei greci, contrastata, su quel settore, strenuamente, dagli Alpini della Divisione Julia, meritevoli di monumento nazionale. I greci avanzavano ed, al vigoroso contrasto degli Alpini, si appostavano, trincerandosi, così come facevano gli Alpini. Forse i greci sopravvalutavano le forze che avevano di fronte. Raccontavano, quelli della Julia, che il nemico avanzava a plotoni affiancati, tanto da essere decimati da pochi fucili mitragliatori; sembravano imbottiti di alcool e per questo non capivano quello stupido modo di venire avanti. Il 52° Rgt.Ftr. “Cacciatori delle Alpi” era stato catapultato da Spoleto sulle trincee del Bregu Juliei, nello spazio di cinque giorni, in sostituzione degli alpini della Julia, allo strenuo delle loro forze e numericamente rimasti in pochi. Occupammo le loro ultime trincee, ampliandole e fortificandole. Come noi, in altri settori dei greci in avanzata erano state inviate altre divisioni sprovviste di tutto: proprio come noi. Eravamo in pieno inverno, di fronte alla neve del Tomori. I soldati in trincea, si difendevano come meglio potevano, soprattutto avvolgendosi ai teli da tenda. Si riparavano dentro una specie di bunker, scavati con ogni arnese nella trincea lungo il camminamento e rinforzati da tronchi d’albero. A mano a mano, di giorno in giorno, venivano rivestiti lateralmente dalle sottili tavole delle cassette vuote, avviate al fronte con gallette e scatole di carne. Fino alla metà di febbraio nonostante il freddo, il tempo ci fu alleato, anche perché, qualche giorno dopo l’insediamento, con grande soddisfazione, entrò in azione l’artiglieria, cannoneggiando incessantemente le posizioni greche.
Il viaggio
Mestieri
impiegatoLivello di scolarizzazione
diploma di scuola media superiorePaesi di emigrazione
AlbaniaData di partenza
1940Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Gli altri racconti di Aldo Biagioni
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