Mestieri
operaioLivello di scolarizzazione
Paesi di emigrazione
GermaniaData di partenza
1962Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Constatato che in Italia ancora non c’è lavoro, Mario D’Andrea torna in Germania per la seconda volta in pochi anni. È il 1963, la nuova destinazione è Stoccarda.
Due mesi restai in Italia dove non era cambiato niente, per ciò ritornai in Germania. Questa volta a Stoccarda dove c’era un’abbondante offerta di lavoro. Il 3 febbraio 1963 presi lavoro in una fornace, con più del 50% di lavoratori italiani fra donne e uomini, tra questi mio cognato ed altri paesani. La maggioranza di noi italiani erano friulani già da anni in Germania con le rispettive famiglie. La loro conoscenza della lingua facilitava la comunicazione con i Tedeschi e ci rendeva meno isolati, al contrario continuo contatto con i connazionali non ci contribuiva all’inserimento nella società tedesca. Quell’inverno fu particolarmente freddo con una temperatura fino a 29 gradi sotto zero.
I primi tre mesi li passai fuori a trasportare i mattoni che cottimisti sfornavano, oppure caricavo i camion. La paga era di 2,88 marchi. Poi passai ad una pressa di mattoni, qui il lavoro era malamente, e pochi volevano farlo perché gli impianti, come la fabbrica erano, vecchi, e stavo tutto il giorno con i piedi e le mani nell’acqua, perciò mi fu aumentata la paga a 3,10 marchi all’ora. Dal momento dell’ingaggio si trattennero due marchi come quota per l’iscrizione ai sindacato, però io ignorai per mesi di essere membro di un sindacato, come pure la maggior parte dei colleghi italiani. A giugno in una riunionw la direzione ci avverti he questa fabbrica era stata acquistata da una grande fabbrica metallurgica del luogo che a fine anno chiudeva i battenti per essere demolita mentre noi dipendenti avevamo la possibilità di passare alla fabbrica compratrice. Infatti in ottobre vennero gli impiegati dell’ufficio assunzione, che parlarono ad ognuno di noi e ci offrirono i posti di lavoro disponibili. Perché io lavoravo ad una macchina con un certo ritmo, mi offrirono un posto di lavoro ai montaggi con una paga oraria di 3,11 marchi -61 pfenning in più all’ora. Accettai perché si diceva che ai montaggi i posti di lavoro erano privilegiati con paghe più alte, e i colleghi mi dicevano fortunato. Il 25 novembre dello stesso anno, dopo essere stato sottoposto una settimana prima ad una visita medica dal medico dell’azienda, presi lavoro ai montaggi. L’inizio non fu felice, ma non mi scoraggiai perché avevo già fatto esperienza con altri nuovi posti di lavoro. Per la prima volta mi trovai al fianco lavoratori di diverse nazionalità, più della metà erano tedeschi, poi italiani e spagnoli, gruppi più piccoli jugoslavi, portoghesi, grechi, turchi, un arabo, un ungherese che si diceva tedesco. Dopo pochi giorni fui mandato a metà della catena a fare un altro lavoro, ma questo lo feci con facilità, e tirai un sospiro di sollievo, potevo finalmente guardarmi meglio intorno. Si avvicino Natale e andai a trascorrerlo in famiglia in Italia.
Il viaggio
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