Sindacati

Ritornai puntuale in gennaio 1964 e ripresi il lavoro. Durante le pause e anche lavorando si parlava spesso, di cottimo, di paghe, di sistemi di lavoro. Il maestro (caporeparto) cattivo e puntiglioso, durante il lavoro cercava di impedirci la discussione fra noi colleghi, ma i tedeschi non glie la davano vinta. Così io discutevo, e domandavo i colleghi ma limitatamente, per

la poca conoscenza della lingua, Nel reparto c’era un fiduciario del sindacato metallurgico, che il giorno di paga due volte al mese vendeva piccole marche da bollo, di 3 marchi minimo al mese, che venivano applicate su un libretto, e solo chi mostrava d’aver acquistato le marche poteva dirsi appartenente all’organizzazione sindacale. Il fiduciario dal canto suo faceva volentieri quel lavoro, perché il 4% dell’incasso delle marche vendute percepiva lui, e se qualche collega non intendeva acquistare le marche spesso venivano da lui offesi o minacciati. Per queste e le precedenti esperienze negative mi iscrissi al sindacato, e poi io ritenevo che per essere attaccato non occorreva pagare. Già, alla mia assunzione erano in corso ampliamenti del reparto e della fabbrica in genere cosi in primavera traslocammo nel nuovo reparto, dove le catene di montaggio vennero allungate, questa ristrutturazione significava: aumento della produzione e per realizzarla occorrevano altre forze, di lavoro, così vennero reclutati altri stranieri questa volta dalla Grecia e Turchia, che come noi sostituivano tedeschi, mentre a questi venivano dati posti di lavoro meno pesanti.