Mestieri
insegnanteLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
CambogiaData di partenza
2003Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)Lo sguardo di Claudia penetra nell’intimità delle comunità cambogiane con cui vive a contatto, ormai da settimane, nell’estate del 2003.
20/08/03 Già dalle prime luci del giorno oggi piove. La nottata stranamente fresca è stata ripetutamente e lungamente interrotta da un insistente abbaiare di cani, i nostri e quelli lontani. Parlando alle mie compagne di questo soggiorno dicevo ieri che i momenti in cui sento di rilassarmi sono più quando sto qui a far lezione di inglese o altro che non quelli in cui si va in giro per villaggi. Come l’altro giorno a Sihanoukville, così ieri a Touloung Cougne e a Srah Pow, c’è qualcosa in giro, oltre il verde dei campi di riso e il rosa dei fiori di loto, oltre i Kramal colorati attorno al collo o in testa alle donne, al di là dell’ampio respiro che solo uno spazio aperto e selvaggio come questo può concedere, c’è qualcosa che intristisce l’animo e che avvolge tutto in una fastidiosa nube di desolazione. E’ il dolore per tutto ciò che non è possibile non vedere e si fa fatica ad accettare: un numero che sembra infinito di persone che sembrano vivere di nulla; bambini che al tuo arrivo vengono fuori da ogni strada e da ogni abitazione esprimendo, con la loro gioia e curiosità di vederti, il bisogno di credere che c’è dell’altro oltre il loro mondo. C’è e loro lo aspettano con una fiducia del tutto irrazionale e inadeguata alla loro condizione. Ogni strappo nei loro abiti, ogni cicatrice sulle loro gambe, ruvide e scure, ogni mosca sulle loro teste parla di ciò che non c’è nelle loro vite, comunque illuminate da sorrisi e sguardi che sembrano miracoli. Approfittando della diserzione in massa della lezione di stamattina, forse a causa della pioggia, Cristina ed io cataloghiamo e selezioniamo i farmaci presenti nella stanza accanto alla nostra, traducendone per iscritto in inglese tipologia, indicazioni terapeutiche e modalità di assunzione. Escludendo quelli il cui uso non accurato risulterebbe rischioso, tentiamo di renderli fruibili alla gente del villaggio tramite la mediazione di Saodi. Ieri abbiamo portato alcuni di questi farmaci con le indicazioni sulla loro assunzione ad un ragazzino di Srah Pow che pare abbia acqua nei polmoni, forse la polmonite. Appoggiato alla madre, a sua volta accovacciata e gracile sotto di noi, ci guarda come salvatori senni per questo trattenere la smorfia di disgusto per il farmaco appena ingerito. E’ proprio diverso il rapporto con la malattia! Anche l’altro giorno quando Nieng aveva la febbre alta, sebbene dal conteggio dei battiti sfiorasse i 40 gradi, tutto veniva accolto come normale. E ciò che avrebbe assolutamente allarmato un occidentale spingendolo ad un riposo coatto e ad un succedersi di domande e tentativi di spiegazione circa la causa e i possibili rimedi al malessere, viene accolto dalla gente dei villaggi con uno sbalorditivo senso di normalità.
Il viaggio
Mestieri
insegnanteLivello di scolarizzazione
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2003Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)Gli altri racconti di Claudia Grassi
Human life project Cambogia
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