Barbecue e pregiudizi

Johannesburg – Lunedi 5 Agosto 1985

Inesorabilmente lenti trascorrono i primi sei mesi, “senza casa e senza famiglia”; per chi — come me — deve vivere in una stanza d’albergo (anche se confortevole) le ore libere — nonostante nuovi amici — sono lunghe e monotone; la TV non giova granchè, una sera in inglese, una sera in afrikaner, ammenochè non ci si voglia sintonizzare sui canali africani e vedere un divertentissimo Tenente Colombo che parla zulu!

Durante l’week-end le cose vanno un po’ meglio, sempre qualche Braai (come già detto, il barbecue suda-fricano) con ospiti provenienti da tutti i Paesi del mondo, ottimi vini (del Capo) e cibo alla griglia. Un giorno capiterà persino di assistere ad un furto “volante” di un enorme filetto messo a cuocere sulla griglia: un grosso corvo nero (o qualcosa del genere), approfittando della momentanea distrazione del cuoco, plana sul braciere e, al volo, arpiona il pezzettone di carne sfrigolante volando via a gran fatica (il peso!) e passandosi in continuazione il bottino (rovente!) da un artiglio all’altro! Ero — per così dire — l’ultimo della fila e ricordo ancora la cinquantina di nuche che assistevano immobili alla scena nel silenzio più assoluto e con le bocche — prima masticanti — chiuse!

Giunge finalmente Giugno: mi raggiungono moglie, figlia e.. cane. Lasciano tutti e tre l’estate italiana e si ritrovano all’inizio dell’inverno australe (fa freddo; la sera la temperatura scende spesso a zero gradi); Erica (mia figlia) ha appena finito la terza media italiana e già all’inizio di Luglio deve tornare a scuola, alla ripresa del “second term” dell’anno scolastico.

Parlo naturalmente della Scuola Pubblica inglese dove è ammessa alla Ila Liceo (Standard 7) della Hyde Park High School dato che il test cui si sottopone rivela una livello culturale adeguato già a quella classe (e poi si dice della Scuola Pubblica italiana….).

Abbiamo (dico “abbiamo” perché la aiuto!) poco meno di un mese per metterci in pari con le guerre anglo-boere e la sera si studia! Finalmente il primo giorno di scuola: accompagno mia figlia con la sua elegante divisa scolastica: blazer blu scuro con aquila d’oro ricamata sul taschino, gonna grigia, calze blu. Viviamo in una House (Casa con giardino e piscina, come esigono le future attività di P.R. che tutta la famiglia dovrà intrattenere) e lì aspettiamo con ansia — mia moglie ed io — il ritorno della figlia dal primo giorno di scuola sudafricano.

“Tutto normale, tutto bene, simpatici, con l’inglese me la cavo”; vorremmo sapere di più ma non c’è modo! Passa così la prima settimana ma io non mi arrendo; “Ma insomma, cosa ti hanno chiesto i compagni? “Ebbene — sbotta mia figlia — mi hanno chiesto se per caso tu — italiano — lavori per la Mafia”. “Ma scherza-vano?” obietto io stupito. “Mica tanto!” Insomma, siamo famosi!

Qualche mese più tardi seguirà “Cicciolina” in Parlamento, su tutte le prime pagine dei giornali (del mondo)! Peccato che i risultati commerciali di ogni Azienda operante all’estero siano così strettamente collegati alla immagine del Paese cui appartengono!