Hockey

42° giorno di scuola

Già da come entra in casa capisco che è scocciata: “cos’è successo?” le domando “Niente” e va in cucina a fare merenda. Dopo un po’ però mi spiega che ha fatto un auto-goal giocando a Hockey: “Ci hanno fatto giocare sotto la pioggia, faceva così freddo che mi facevano male le orecchie e poi io non conosco le regole del gioco, non ci ho mai giocato. Ma perché non scelgono dei giochi internazionali? dobbiamo fare solo questi giochi inglesi che non sanno di niente: hockey, net-ball, ma che giochi sono? E chi ci vuole giocare?” Ora che è arrabbiata è tornata distintamente al “loro”: loro che scelgono questi giochi; loro che mi obbligano a giocare, questi giochi che sono giochi loro ecc….. Ricordo in Italia delle alunne cinesi che trovavano qualsiasi scusa per non fare ginnastica, allora sembrava più un problema legato al fatto che non si sentivano parte del gruppo classe, dal quale erano anzi spesso emarginate e fatte oggetto di scherno da parte di alcuni compagni. Era per loro quindi molto difficile far parte di una squadra insieme a quegli stessi compagni che, fuori dalla palestra, le ignoravano o, peggio, le insultavano. In quel caso però non abbiamo mai indagato su che tipo di giochi facessero in Cina, a che tipo di ginnastica fossero abituate, elemento che invece avrebbe forse contribuito ad una possibilità di scambio interculturale all’interno della classe.