Mestieri
barbiereLivello di scolarizzazione
diploma di scuola media superiorePaesi di emigrazione
AlbaniaData di partenza
1940Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Il 28 ottobre l’Italia entra in guerra con la Grecia. Cipriani è sul suolo albanese già da un anno, fatta eccezione per brevi rientri in patria. Il suo reggimento viene subito coinvolto nelle operazioni, e le condizioni di vita peggiorano sensibilmente.
PESKOPEJA 28 Ottobre 1940
E’ ormai scoccata l’ora decisiva sul quadrante del nostro destino! Ce ne ha data conferma stamani una vecchia e scassata radio da campo. Nonostante che l’apparecchio emettesse una voce stridula e frastornata da poderose scariche elettriche, abbiamo udito ben distintamente che l’Italia ha dichiarato guerra alla Grecia. Eravamo in molti a star lì ad orecchie tese nell’intento di percepire le ultime notizie e fra questi vi erano pure i miei compaesani. Non abbiamo fatto nessun commento, ci siamo guardati in silenzio negli occhi e questo è bastato por intenderci. Certo non occorre essere dei profeti per intuire la gravità del momento e che cosa ci può riservare l’avvenire. Per ora predomina una grande eccitazione nervosa che ci re tristi ed irrascibili.
9 Novembre Le notizie continuano a pervenire sempre più tristi e catastrofiche. Circola con insistenza la voce che lo nostre truppe si trovano in difficoltà per lo scarso ed inadeguato equipaggiamento e per lo gravi difficoltà di carattere logistico. La mancanza assoluta di buone strade od il fatto di dover combattere in alta montagna influisce negativamente nel regolare flusso dei rifornimenti che giungono alle nostre truppe sjempre con molto ritardo.
12 Novembre Stamani appena messo il capo fuori della tenda abbiamo fatto la conoscenza con la prima neve. Tutta la campagna circostante era ricoperta da un leggero strato di neve. Per avvolgere il telo da tenda che freddo alle mani! Poi di nuovo in marcia ed anche il freddo é passato. La marcia odierna è stata monotona e più lunga del solito. La stanchezza ci opprime e nessuno dà più ascolto agli ordini degli ufficiali che, durante la marcia, vorrebbero che si cantasse: il Piave, Faccetta nera, Giarabub, ecc. Che pretese assurde hanno i nostri comandanti! Ma forse che ci considerino tutti degli imbecilli?
18 Novembre Ci siamo ancora ulteriormente avvicinati al nemico. Abbiamo camminato in direzione della Macedonia e armai siamo a contatto del nemico. I servizi logistici si fanno sempre più deficienti per causa di questi sentieri cosi accidentati che perfino i muli vi salgono con molta difficoltà.
19 Novembre i Stamani abbiamo avuto il primo scontro di pattuglie. Nulla di grave, gli uomini sono ritornati tutti senza subire perdite. Il freddo però sì fa sempre più rigido. Siamo molto mal vestiti e sprovvisti di camiciola di lana e di qualsiasi altro indumento di lana; il cappotto logoro e corto, né guanti di lana né passamontagna.
9 Dicembre Le artiglierie nemiche hanno battuto le nostre postazioni ed. hanno provocato diversi feriti. Approfittando del buio fitto della notte e dell’infuriare della tormenta le pattuglie greche hanno intensificato la loro azione però sono state ricacciate dalla nostra immediata reazione, La neve cade ancora a grandi falde. La nostra situazione si fa sempre più preoccupante. Non è assolutamente pensabile di poter durare a combattere in queste condizioni le scarpe sono intirizzite e semisfondate e siamo sprovvisti di calze e di maglia di lana i panni che abbiamo in dosso sono ormai ridotti degli stracci logori e pregni ‘umidità. La spessa coltre di neve ostacola ogni nostro movimento e non ci permette di fare la tenda ove ripararsi un po’ dal freddo che si fa sempre più rigido.
12 I tanto sospirati indumenti di lana ancora nessuno li ha visti, che forse abbiano idea di mandarceli quando saremo morti tutti assiderati? Ho già i piedi, le mani, lo orecchie e perfino il naso pieni di geloni che mi danno molto fastidio. Specialmente le mani, con le quali cono costretto a toccare tutto ciò che è gelato, le articolo con molta difficoltà e ai fanno soffrire le pene dell’inferno.
20 Dicembre
In questi giorni abbiamo sostenuto degli scontri violentissimi e per non rimanere accerchiati, siamo stati costretti a ritirarsi su una posizione più arretrata e molto più alta. Ci troviamo ad oltre 1500 metri di quota e per arrivare fino qui si è camminato tutta la notte sotto l’infuriare della tormenta gelida ed implacabile. Non ho ricordanza di aver mai vista cose del genere, a fatica riuscivamo a distinguere i nostri compagni che procedevano avanti a noi solo a pochi metri, la neve entrava prepotentemente anche per la più piccola fessura dei nostri abiti, ci sferzava la faccia e nello stesso tempo mozzava ii respiro. Siamo ancora tutti intirizziti dal freddo e non abbiamo alcuna possibilità di cambiarci ali indumenti, non possiamo accendere il fuoco per non essere avvistati, non possiamo chiudere occhio perché i greci stanno sempre molto svegli. Così non può durare! Sarà ben difficile, in queste condizioni, resistere a lungo! Finalmente ho ricevuto unte lettera da casa dalla quale apprendo con indescrivibile gioia, che mi hanno inviato diversi indumenti di lana. Giorno e notte vivo con questa speranza che ormai è divenuto quasi un miraggio, di poter disporre di qualche indumento asciutto, caldo, pulito.
Il viaggio
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