Mestieri
militareLivello di scolarizzazione
frequenza universitariaPaesi di emigrazione
EtiopiaData di partenza
1937Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Alle prime avvisaglie della Campagna d’Africa Orientale, dopo l’ingresso dell’Italia nella Seconda guerra mondiale, gli ascari abbandonano il reparto di Roberto Modena.
La sorpresa peggiore la ebbi al mattino della partenza, alle primissime ore, mentre ancora la notte non cedeva all’alba. Gli attendenti se ne erano andati. Avevano preso soltanto la pistola che io avevo consegnato mio attendente S. la sera prima. L’ascaro, ricordo voleva restituirmela, ma io, non prevedendo quanto sarebbe successo, insistetti perché se la portasse con sé, e questo me lo sono sempre rimproverato. Gli ascari che fino a quel momento lì avevano dimostrato la loro fedeltà ed attaccamento si erano allontanati forse spinti a questo da altri ascari. Possiamo però dire che siamo stati fortunati perché in seguito che buona parte delle truppe di colore avevano disertato clamorosamente e nel fare questo avevano ucciso quei pochi fedeli che non erano d’accordo con loro, forse per acquistare importanza agli occhi dì coloro che, attorno a noi, avevano incitato alla rivolta, avevano ucciso i loro ufficiali nel sonno e chi, con le armi in pugno difendeva la propria vita. L’uccisione dì questi poveretti avveniva sempre con la ferocia che distingueva tutti gli indigeni, nessuno escluso, nelle operazioni di guerra. E ancora vivido in me il ricordo di quella mattina alle 5. Stavamo preparando a lasciare Morowa, io allora grido ai due attendenti «S., T, siete pronti? Fate presto che stiamo partendo», S. risponde «Signor si, adesso venire». Furono le sue ultime parole. Dopo di avere atteso qualche minuto, mi decisi di andare di persona a sollecitare i due ascari e solo allora mi accorsi che al loro posto vi era soltanto un mucchietto di paglia. Avevano disertato. Considerato lo attaccamento specie di S. alla mia persona, in un primo momento pensai che lo avessero preso con forza per poi ucciderlo fuori dal fortino ma poi mia zia L. B., che era stata costretta dagli eventi a soggiornare ancora per molto tempo ad Addis Abeba mi confidò al rimpatrio, che aveva visto, in una parata militare, S. nella divisa di guardia a cavallo dell’imperatore. Povero S., forse oggi posso dire che non ha scelto la strada peggiore. Sapevamo che alcuni emissari del nemico promettevano denaro ed onori a chi lasciasse il servizio presso gli italiani. Gli volevo bene e gli ero davvero affezionato, era giovane, sedici anni, magrolino, piccoletto, di razza galla, con la pelle di un colore caffè e latte, con i suoi occhi colore nocciola mi accudiva non come un attendente ma come un fratello. Era sposato con una ragazzina tredicenne da poco tempo e che lo aveva fatto tribolare non poco per via dell’imene cucito dalle vecchie del paese della ragazza, secondo la usanza. Era pulito e gentile, sempre pronto ai mio ordine, era intelligente e coraggioso. La sua diserzione mi ferì, al momento, profondamente. L’altro ascaro era il mio attendente dei cavalli, aiutava S. e faceva l’attendente del capitano Benucci che aveva lasciato il suo ad Addis Abeba.
Il viaggio
Mestieri
militareLivello di scolarizzazione
frequenza universitariaPaesi di emigrazione
EtiopiaData di partenza
1937Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Gli altri racconti di Roberto Modena
La spedizione
Il 12 Febbraio durante una colonna armata che portava munizioni e viveri a Battaglioni della XXIII°...
L’imboscata
Il nostro autocarro fu raggiunto in prossimità di un tucul sfondato e bruciacchiato tra Malca Condurra...