Mestieri
commercianteLivello di scolarizzazione
diploma di scuola media superiorePaesi di emigrazione
GermaniaData di partenza
1938Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)L’inizio della Seconda guerra mondiale coglie la famiglia Bianchi in Germania, in una cittadina della Slesia (Bolesławiec, oggi in Polonia) nella quale i genitori di Lucillo sono emigrati per aprire una gelateria. Gli affari non vanno male, nonostante il conflitto e i soggiorni di Lucillo in terra tedesca, saltuari perché il ragazzo è rimasto a studiare in Italia, sono sempre piacevoli.
La decisione dei genitori di trasferirsi in Germania produsse nella nostra piccola famiglia un vero e proprio terremoto. Ci spargemmo per il mondo; io, finito il ginnasio a Mortara mi trasferii a Treviso per frequentare il liceo; le mie sorelle, coi genitori furono per alcuni anni in Slesia poi in Baviera, nel Baden Wurttemberg, in una lunga, estenuante marcia verso un ideale di benessere che, spesse volte, si rivelò fallace. Trascorso l’inverno 1938-39 a Cibiana, nella primavera del 39 la famiglia partì per la Slesia: il babbo con l’appoggio dello zio, era riuscito ad acquistare una gelateria (negozio questa volta) in una bella e simpatica cittadina della Bassa Slesia, Bunzlau (ora annessa alla Polonia). Il soggiorno della famiglia quì durò fino al 1943, anno in cui, poco prima del fatidico 8 settembre, fu costretta dalle vicende belliche a rientrare. Furono anni (quelli trascorsi a Bunzlau) di gravi sacrifici imposti dalla guerra, che, nel frattempo, 1 Settembre 1939, era violentemente esplosa. Ma furono anche anni di grande benessere economico, pur nel polverone che lo scoppio della guerra aveva sollevato. Furono soprattutto anni che incisero profondamente in senso spirituale sui miei familiari che, in Germania, risiedevano quasi permanentemente. Le conoscenze fatte, gli incontri avvenuti diedero loro argomento di suspense, ma anche di godimento per molti anni. Per quel che concerne me (che studentello liceale, d’estate si recava in visita alla famiglia) la Germania si rivelò un nuovo mondo. Un nuovo mondo per quel che riguardava la lingua, le abitudini, la gente. Mi ci abituai ben presto e quell’ambiente, mi divenne subito famigliare. Ricordo ancora molti visi di giovani studenti che partivano per la guerra e non vi fecero più ritorno,
Una volta, nei primi giorni di guerra fui invitato a casa sua da Gottfried Beninde (settembre 1939). Questi aveva una sorella, Nora, non bella, ma simpatica. Io, a malapena, riuscivo ad esprimermi in inglese (il tedesco ancora non lo conoscevo). In casa Beninde erano affluiti molti studenti d’ambo i sessi, bevemmo birra, mangiammo dolci, ballammo. Conobbi in quell’occasione un ballo che, per me, studente imberbe, era un’assoluta novità, il charleston. Anche l’estate successiva (1940) questi inviti si ripeterono, poi, pian piano diradarono fino a cessare del tutto. I ragazzi erano partiti per il fronte, le ragazze facevano le crocerossine negli ospedali militari. Povera gioventù tedesca bella forte col culto dell’igiene e del moto fisico mandata allo sbaraglio ed al massacro dalla cieca furia omicida dei suoi governanti! Nell’estate 1943 le cose della guerra erano talmente peggiorate che i miei famigliari, rientrati in fretta in Italia, non furono più in grado di riprender la via dell’emigrazione. Nel frattempo io avevo terminato gli studi liceali a Treviso, mi ero iscritto all’Università di Padova Facoltà di Medicina. I miei primi contatti cogli studi medici non furono molto stimolanti. Specie le materie così dette biologiche. come ad esempio la fisica e la chimica non riscossero la mia simpatia. Poi, pian piano, anche la strada dell’Università mi fu preclusa dagli avvenimenti bellici; la ferrovia da Calalzo a Padova era sempre più soggetta a bombardamenti od a danneggiamenti da parte dei partigiani. Fu in quel periodo che, costretto a Cibiana dalle vicende belliche, subii una profonda trasformazione in senso psicologico.
Il viaggio
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