Mestieri
commercianteLivello di scolarizzazione
diploma di scuola media superiorePaesi di emigrazione
GermaniaData di partenza
1938Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Temi
famigliaTemi
famigliaUn bilancio introspettivo della lunga tradizione familiare che ha portato molti parenti di Lucillo Bianchi a emigrare in Germania.
Forse ho detto troppo presto che la via dell’emigrazione per noi si era definitamente chiusa nel 1965, allorchè mia sorella Licia colla famiglia era rientrata definitivamente dalla Germania. I figli, sia di mia sorella Maria (intendo la figlia Loredana), che di mia sorella Licia (intendo il figlio Franco), erano nel frattempo cresciuti. Divenuti adulti, si è in loro risvegliato l’istinto (perchè per me è d’istinto che si tratta) dell’emigrazione, naturalmente rivolta verso la Gemania. Loredana, la figlia di mia sorella Maria, pur avendo un posto di contabile in un’ottima azienda trevigiana, si è licenziata ed è andata in Germania a studiare il tedesco all’Università di Trier (Treviri). Franco, il figlio di mia sorella Licia, pur avendo un buon posto di barman in un albergo termale di Abano, ha preferito rinunciarvi ed andare in Germania come garzone gelatiere presso degli amici cibianesi. Io non posso predire quello che sarà di loro (non sono un indovino) ma credo che, animati da buona volontà come sono, qualcosa di buono riusciranno a fare.
Il destino della nostra famiglia (e famiglie collaterali) da 90 anni è regolato, direttamente o indirettamente, da questa istintiva, in certo qual modo, patologica, propensione verso il mondo tedesco. Io ho provato più volte, sia sul piano concettuale che psicologico, a spiegarmi questo fenomeno; mi sono ritirato in buon ordine, intravvedendo di non riuscire nemmeno a sfiorare l’argomento. Accettiamo il fatto così com’è e lasciamo stare le cause che lo possono determinare. Decenni di tribolazioni, di sacrifici, di pianti, di vittorie, di sconfitte vi si avviluppano. Dinanzi a questo fenomeno la mia mente, volta alla razionalità si ritrae spaventata. Il destino (sia pure senza fatalismo) è un po’ come ce lo costruiamo noi; si vede che la mia famiglia tendeva, consciamente od inconsciamente, a questo destino, lo ha in parte subito, in parte guidato, in parte agognato. Posso dire, come considerazione finale, che la nostra sorte poteva essere migliore, peggiore, un giudizio finale non mi sento di darlo.
Il viaggio
Mestieri
commercianteLivello di scolarizzazione
diploma di scuola media superiorePaesi di emigrazione
GermaniaData di partenza
1938Periodo storico
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