Mestieri
impiegataLivello di scolarizzazione
diploma di scuola media inferiorePaesi di emigrazione
GermaniaData di partenza
1969Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Nel 1977 Rita si trasferisce da Colonia a Milano. È la sua seconda emigrazione, la prima era avvenuta con la famiglia negli anni ’60. È anche l’ultima: Rita sente di aver trovato la sua dimensione.
Si mescolò la partenza del 69 a questa del 77, si mescolarono i pensieri con i tempi vissuti, si mescolava passato e presente ed il futuro si attaccava al presente. In questa Milano, mi trovai matura nella mia scelta, mi trovai che su in Germania ero rimasta ferma, ferma nella mia vita di giù. Qui a Milano le cose erano andati avanti, anche qui, forse con un po’ di ritardo ma anche qui l’uomo aveva iniziato la sua corsa. La corsa verso il progresso, il lavoro, la libertà. A Colonia avevo vissuto otto anni della mia vita, in un mondo nuovo rimanendo a guardarlo ad un passo, come spettatore tra il mondo vecchio e il nuovo. Mi trovavo in mezzo e ci stavo quasi bene, tante volte facevo qualche passo avanti per portarmi più vicino ad entrare nel nuovo, ma rimanevo lì fuori, tante cose mi tenevano fuori. Adesso però non potevo tenere più quella posizione, nella mia scelta vi era anche questa. Questo nuovo mondo era il mio, mi apparteneva, dovevo entrarci, non potevo restare a guardarlo da lontano, vi facevo parte anch’io del progresso, della corsa infinita dell’uomo. Qui adesso mi trovo, in questa metropolitana milanese, senza loro saperlo, nel discorso delle due signore, nelle loro amarezze e delusioni. E’ qui nei loro occhi che vedo i miei 40 anni vissuti in questo mondo, vedo tutto il percorso che abbiamo fatto. Quei 40 anni che mi separavano da Clara. Quei 40 anni dove questo mondo si è messo a correre senza mai fermarsi e che tutti ne abbiamo fatto parte. I nostri giovani ci sono nati, loro non hanno fatto il passaggio, noi anziani si. Ecco quella risposta che tanto cerchiamo, quella domanda che ci poniamo noi anziani. Non sanno quanti sacrifici si son fatti per essere arrivati a questo. Così pensando a Tomas e Clara inizio il racconto della storia di questi nostri 40 anni, uno dopo l’altro rivedo i nostri decenni fino ad arrivare ai nostri tempi, quelli delle due signore. Racconto un tratto di storia nostrana, pura, un ritaglio di un secolo, col mio pensiero semplice racconto le esperienze, le emozioni, gli anni d’oro. Sono passati solo 50 anni, son volati, tutto è andato velocemente e senza accorgersi ci si trova vecchi e stanchi, senza generazioni nuove, si accumulano i problemi veri, ci si rende conto che son bastati 50 anni a mettere a nudo l’uomo. Così alle signore della metropolitana si associa un popolo di anziani. Mi guardai attorno, vidi il vagone della metropolitana pieno di visi stanchi, anziani che con fatica si tengono in piedi, giovani seduti, sbracalati, con un parlare scurrile, maschi e femmine si confondono, non hanno gesti propri e non hanno vite proprie, una vita rispecchia tutte le vite. Osservo per un attimo i nostri anziani, sono visi stanchi, sono i visi di quelli che al mattino si alzano già stanchi, non si ha tempo per pensare a tante cose, la metro va, non aspetta, bisogna fare in fretta. Un nuovo giorno si presenta già, con il suo progresso impostato e personalizzato.
Il viaggio
Mestieri
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