Gino Serroni

Nel 1975, dopo una lunga guerra civile, l’Angola riesce a ottenere l’indipendenza dal Portogallo. Poco dopo si apre una nuova stagione di conflitti interni nel Paese africano. È in quei mesi che Bianca Maria Taffoni, moglie di Gino Serroni, pittrice, riceve un invito inaspettato. Ricorda Gino che poco tempo prima Bianca Maria aveva esposto in via Margutta, a Roma, delle opere “del suo ultimo viaggio, fatto pochi mesi prima in Kenya. Un depliant riporta in prima pagina le figure stilizzate di due bufali e di un pastore Masai. Uno di questi depliants perviene sulla scrivania del Dott. Libero Pilotto, Dirigente Regionale Alitalia per l’Africa, il quale dopo averlo osservato mi prega di portare all’autrice sinceri apprezzamenti e decide di andarla a trovare nel suo studio. Da quella visita nasce l’avventurosa esperienza dell’Angola con la creazione di sette quadri pieni di fascino e di colore. ‘Gentile Signora — così inizia il Dott. Pilotto, rivolgendosi alla pittrice — l’Alitalia sta pensando di aprire un nuovo scalo a Luanda in Angola. Avrei pensato che sarebbe interessante, per tale occasione organizzare in quella città una mostra di pittura. Sarebbe però utile che Lei visitasse prima quel Paese e lavorasse per porre in risalto il gemellaggio Roma-Luanda ritraendo aspetti di vita quotidiana, culturale e folcloristica. Quando il Dirigente dell’Alitalia lasciò la nostra casa ci precipitammo a cercare un atlante geografico per saperne un po’ di più sull’Angola’.