Gaetano Carlucci

Nel luglio del 1860, mentre Giuseppe Garibaldi e i suoi Mille compiono l’impresa di unire l’Italia, il padre gesuita Gaetano Carlucci parte da Melfi, in Lucania, alla volta della Spagna.

Vi rimane quasi nove anni, spostandosi più volte fra la Catalogna e la Castiglia e portando a compimento i più alti studi religiosi. Nel 1869 i superiori lo inviano in Argentina, a Cordova: qui fonderà la comunità dei Giuseppini, dedita in particolare alla cura dell’infanzia abbandonata. Qui morirà senza esser mai più tornato in Italia, nel 1900.

Lasciando un Meridione che transita dal governo borbonico a quello sabaudo, padre Gaetano scrive numerose lettere al fratello farmacista, Gennaro, informandolo sui viaggi e sulla sua salute, sulle usanze di Spagna e sull’apostolato presso la Compagnia di Gesù. Quindi, una volta in Argentina, gli descrive l’operato della missione e i luoghi del Nuovo Mondo.

Dopo aver fatto dono a lui e alla sorella minore Agnesina della propria parte di eredità, il religioso raccomanda a Gennaro d’aver prudenza in quegli anni così instabili, non gli lesina consigli per una gestione oculata del patrimonio e, al caso, gli somministra qualche schietta ‘predica’ sul vivere cristianamente.

Edito nella collana Autografie della Forum Edizioni [G. Carlucci, Patrie domestiche cose, Forum Edizioni, Udine 2010].