Silvia Melloni

Nel 1998 Silvia Melloni e il marito, Paolo, hanno l’occasione di intraprendere un lungo viaggio in India. Un viaggio fuori dal comune: i due non si limitano a visitare lo sconfinato Paese, ad apprezzarne le bellezze culturali e paesaggistiche, ma vogliono penetrare più a fondo possibile nella cultura e nella vita locale. L’occasione è offerta anche dai motivi stessi del viaggio, come racconta Silvia nella premessa al suo diario: “Nella primavera del 1998 Paolo è stato invitato all’Università di Nuova Delhi a tenere un ciclo di seminari nel mese di settembre. Ha accettato subito e, dopo qualche tentennamento, io ho deciso di chiedere un permesso al mio ufficio e di passare quel mese con lui. Avevamo già programmato un viaggio in Iran con due amici nella prima metà di agosto, e abbiamo scelto di non rinunciarci; arrivati al confine col Pakistan abbiamo avuto la tentazione di arrivare in India via terra, ma facendo i conti abbiamo concluso di non averne il tempo. Così, il quattordici di agosto, ci siamo imbarcati su un volo Iran Air con destinazione Bombay. Quello che segue è il mio diario di viaggio. Nella prima pagina del quaderno ormai tutto stropicciato, riempita a bordo dell’aereo che ci conduceva a Teheran, trovo scritto: ‘Mi sento seduta su un proiettile sparato nel buio; non so davvero cosa aspettarmi dai due mesi che ci aspettano’. Dell’Iran non sapevamo quasi nulla, e l’abbiamo trovato sorprendentemente occidentalizzato, accogliente, vicino; dell’India avevamo visto centinaia di foto e alcune mostre fotografiche, c’erano stati tanti amici e avevamo ascoltato molti racconti. Quando ci siamo trovati lì, però, ci è parso di non capire nulla’.