Mestieri
militareLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
FranciaData di partenza
1940Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Temi
Elio Rosi ci ha lasciato un frammento di memoria, scritto all’interno di una ben più ampia autobiografia, su una delle pagine meno ricordate della storia d’Italia nel Novecento e della Seconda guerra mondiale in particolare. È la storia della guerra tra Italia e Francia, combattuta per pochi giorni all’indomani dell’ingresso del nostro paese nel conflitto, nel giugno del 1940. Uno scontro pretestuoso, come ricorda Rosi all’inizio del suo racconto, provocato dalla volontà di Mussolini di sedersi al tavolo della vittoria con la Germania che aveva già invaso e in sostanza sconfitto i francesi. “La guerra era nell’aria. Fu dichiarata, come ben si sa, il 10 giugno. La mia Divisione (la “Modena”) si trovava giù sul confine francese, pronta ad entrare in azione. Pareva però, che ci trovassimo lassù non con decisa intenzione di invasione ma solo in posizione dimostrativa, arroccati, cioè ai limiti del nostro territorio, quasi attestati in difesa. Sembrava si attendesse che la Francia ormai stremata, cedesse le armi ai tedeschi e che tutto dovesse finire così. Palese il nostro obiettivo, poi. Ci eravamo alleati alla Germania per ottenere conquiste territoriali: Nizza, la Savoia, la Corsica. Ma Mussolini, tutto ad un tratto, decise che per dar maggior peso a queste nostre richieste, era opportuno “fare qualche cosa” di positivo, entrare in azione, mettere il piede su qualche lembo di terra francese. E dopo i primi dieci giorni di stasi, fummo buttati di colpo all’attacco. Dovemmo affrontare le munitissime posizioni francesi senza alcuna preparazione logistica, senza armamento adeguato (non ci diedero nemmeno le famigerate “cesoie” per tagliare il filo spinato dei reticolati!), senza una copertura dell’artiglieria. Facemmo del nostro meglio e così Mussolini poté ottenere, non successi territoriali, ma quel migliaio di morti da porre sulla bilancia delle nostre rivendicazioni”. Rosi coglie un punto cruciale: il racconto della grande storia dimentica, spesso, i “piccoli” drammi, vissuti dagli individui o dai gruppi. “Nel contesto del conflitto mondiale appena iniziato e che doveva assumere proporzioni inaudite, quei pochi giorni di battaglia, definiti in seguito in vari modi, quali “la battaglia delle Alpi”, “la guerra dimenticata” (ma, soprattutto “la pugnalata nella schiena alla Francia agonizzante”), risultarono ben poca cosa. Ma noi avemmo il “battesimo del fuoco”, dovemmo avanzare sotto le granate dirompenti e le raffiche di mitragliatrice, pagando un grave scotto di feriti e di morti…”. Non solo: quella guerra, pur breve, fu causa di sofferenze per migliaia di italiani emigrati in Francia, che vivevano da anni nei territori che furono occupati e altrove. Nelle settimane precedenti allo scoppio delle ostilità, molti capi famiglia furono internati e separati dai propri cari. E negli anni successivi, quando la guerra continuò a imperversare in tutta Europa, in molti continuarono a pagare con le proprie sofferenze le conseguenze di quelle ostilità.
Il viaggio
I racconti
Al confine con la Francia
guerra, scoppiata il 10 di giugno 1940, era preceduta da mesi e mesi di preparazione. Per...
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