Mestieri
impiegatoLivello di scolarizzazione
frequenza elementarePaesi di emigrazione
LibiaData di partenza
1929Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)I primi lavori e alcune esperienze straordinarie, come il terremoto, segnano la non facile adolescenza di Francesco Restivo a Tripoli, in Libia, negli anni ’30.
Ben presto quei lavoro cominciò a farsi pesante e veramente dura, ma non avrei mai potuto dirlo a papà, anche per orgoglio personale e anche perché non avrebbe acconsentito a rimandarmi a scuola. Cominciai a darmi da fare per migliorare il mio lavoro e ben presto ottenni di fare il «fracassatore» cioè spianare e lisciare i muri dopo che erano stati intonacati di fresco. Poco tempo dopo divenni «mezza cazzola» cioè ebbi la qualifica dì melio muratore, perché avevo la volontà d’imparare il più presto possibile il mestiere per faticare il meno possibile; in tal modo andai avanti per qualche anno. Nel 1935 cambiai mestiere e sempre come apprendista iniziai a lavorare in una falegnameria. Facevo il ragazzo di bottega, presso i fratelli N. sul Corso Italo Balbo, i quali costruirono tutto il mobilio per lo sposalizio di E. L.; mobilio che a Firenze è stato depositato in casa mia, dato che t proprietari non avevano spazio dove metterlo nella loro casa e ancora oggi posseggo l’unico cimelio rimasto, un mobiluccio con l’orologio. Dalla falegnameria passai in una segheria, quella dì C., da B. ed a quella dei fratelli C. dove imparai a lavorare a qualche macchinario tipo pialla a spessore, foratrice e di tanto in tanto alla sega elettrica. Qui avvenne che tra gli operai ve ne erano due nati a Firenze e dalla mattina alla sera non facevano altro che parlare con grande nostalgia della loro città, delle sue bellezze; della sua arte, della sua cultura, della sua storia ed io, ascoltandoli, ne rimasi entusiasta tanto da innamorarmene e giurai che un giorno da grande avrei voluto visitarla, abitarci. Alcuni mesi dopo, passando ad un’altra segheria, di cui non ricordo il nome, posta in via Ippolito Nievo, avvenne che un giorno mentre stavo passando della carta vetrata sulle stecche di una persiana. Questa mi scappò dalle mani andando a finire a qualche metro di distanza, nel frattempo vìdi tutti gli operai scappare fuori dal locale e anche io fecì come loro senza rendermi conto di cosa era accaduto, ed una volta fuori seppi che c’erano state fortissime scosse di terremoto. Era la prima volta in vita mia che sperimentavo tale fenomeno. Tutti a Tripoli per una settimana circa dormimmo fuori di casa per susseguirsi continuo di scosse telluriche; faceva caldo e fuori sì stava benissimo anche a dormire e mentre i grandi si preoccupavano, per noi ragazzi era una festa fuori programma.
Il viaggio
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