Mestieri
impiegatoLivello di scolarizzazione
frequenza elementarePaesi di emigrazione
LibiaData di partenza
1929Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Dai ricordi di Francesco Restivo sulla sua adolescenza a Tripoli, affiora una visita di Benito Mussolini in città alla quale Francesco assiste in prima fila.
Come tutti i ragazzi dell’epoca, fin da quando cominciai ad andare a scuola, come prima cosa pagavano cinque lire per la tessera della G.I.L. (Gioventù Italiana del Littorio). In tal modo, da piccini iniziavamo ad essere «figli della lupa», dopo diventavamo Balilla, in seguito Avanguardisti e man mano che andavamo avanti e crescevamo «Giovani Fascisti», Cadetti, Primi Cadetti e a venti anni Ufficiali della Milizia. Io verso i sedici anni ero già primo cadetto; la divisa era sahariana, cinturone, pugnale e due «V» dorate al braccio sormontate da un piccolo fascio. Questa uniforme si può vedere ancora in alcune mie scolorite fotografie. A Tripoli ogni domenica mattina vi erano delle sfilate con fanfare, iniziavamo dal lungomare e percorrevamo le vie principali della città. Ogni Sabato pomeriggio, era obbligatorio andare alla casa del fascio per esercitazioni, marce, uso delle armi ecc. ecc. Come ripeto, divenni primo cadetto in seguito ad un bando di concorso per studenti e non; io presentai relativa domanda malgrado i posti fossero limitati ad una trentina; venivano scelti i migliori cioè tutti coloro che dimostravano più attitudine al comando. Alla fine di detto corso, che ebbe la durata di tre mesi, ci consegnarono i distintivi di primi cadetti. Logicamente per seguire il corso dovetti fare salti mortali per superare l’ostilità dei miei che non intendevano mandarmici. Per me, allora, fu una vera soddisfazione, perché ogni volta che vi erano riviste, adunate e cortei ero sempre presente come comandante! Mi trovai a comandare pure il plotone di Giovani Fascisti quando a Tripoli venne Mussolini, il quale sul podio in Piazza Castello, dopo aver pronunciato il suo discorso, sguainò la spada dell’islam. La città era tutta imbandierata e in festa, le sfilate si susseguirono per un paio di giorni in continuazione intanto che il Duce rimase in città.
Il viaggio
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