Mestieri
insegnanteLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
Venezuela, ColombiaData di partenza
1987Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)Temi
miseriaTemi
miseriaUna delle pagine più commoventi del suo diario, Ferruccio la scrive in una sera trascorsa a Bogotá, quando per caso si imbatte in un bambino che elemosina dalle sue mani la pannocchia calda che ha appena comprato e che sta per mangiare.
È quasi mezzanotte quando mi dirigo verso l’Hotel. Nascondo la macchina fotografica sotto la giacca impermeabile. Il traffico automobilistico é rado. Nessuna macchina é posteggiata. I marciapiedi laghi sono liberi. Ad un angolo della Carrera 5, una vecchietta scalda degli spiedini e delle pannocchie di mais su un piccolo braciere cilindrico. Due persone comperano un pezzetto di carne e se ne vanno. Mi fermo incerto. Sono piuttosto goloso del mais da quando ho iniziato a scoprirne la sua bontà in un viaggio negli USA. Con l’acqua bollente, forse l’igiene é salva! Con 10 pesos (70 lire) scelgo una bella pannocchia. Sto per addentarla, quando un bimbetto seminudo, di forse 6 anni, mi si para davanti con la manina tesa. Istintivamente fermo il primo morso e gli dono la pannocchia. Il piccino l’afferra felice e scappa. Attraversa di corsa la strada zigzagando tra le vetture. Si ferma sul marciapiede opposto. Ho timore di vederlo travolgere da qualche ruota. Sono sorpreso che un bambino così piccolo sia ancora in giro a quest’ora tarda. Al semaforo verde attraverso anch’io.
Cercando di non farmi notare, lo seguo. Ora sono in due. Debbono avere la stessa età, forse sono amici. Insieme, l’uno di fronte all’altro, tengono in mano la pannocchia e la stanno morsicando. Per l’avidità e la fretta si dando delle zuccate, sono affamati, non sentono nulla e consumano tutto il loro pasto.
Vorrei tornare sui miei passi per comperare altre pannocchie e gli spiedini. Ma sono spinto dalla curiosità di vedere dove vanno. Camminano quasi correndo lungo i palazzi fino ad un Centro Commerciale con le vetrine dei negozi illuminate. Li pedino come un agente. Quando entrano nella galleria, credo di averli persi nelle diverse ramificazioni. Mi pare strano che abitino in questo palazzo.
Oggi é stata un giornata molto calda. Ora fa quasi freddo. Mi soffermo a guardare alcune esposizioni. All’interno, seduto davanti ad un piccolo televisore, c’é un guardiano armato che veglia nel negozio. Non mi ero accorto di questo particolare folcloristico. Osservando meglio, ogni “tienda” ha il suo angelo custode.
Sento dei rumori ed un brusio. Continuo l’esplorazione nelle gallerie. Mi fermo quasi incredulo. Almeno dodici o tredici corpi, stretti l’uno accanto all’altro sono stesi sul pavimento. Sono ragazzini dai 6 agli 11 anni, con abiti sporchi e sgualciti. Dai pantaloncini sbucano delle gambe stecchite e piedi nudi. I capelli ricciuti e arruffati servono da cuscino. Sembrerebbe un groviglio disordinato. Osservando bene noto che hanno studiato una posizione per la quale ognuno ha la testa appoggiata sul pancino morbido e vuoto dell’altro. Giacciono sopra del cartone steso sul pavimento. Fogli di giornale li coprono dal freddo e dall’umidità della notte. I due piccolini, arrivati in ritardo, hanno creato qualche malumore e rimescolato le posizionie mentre cercano di infiltrarsi nell’intrico dei corpi per trovare un po’ di tepore. Hanno svegliato qualcuno che ha brontolato. Ora tutti dormono. Nel sonno un ragazzino continua a grattarsi il corpo. Ha una posizione fetale, non distinguo se sia nero o sporco. Non si accorgono che io li sto osservando. Non possono vedere le due lacrime che mi scendono sulle gote. E’ una compassione impotente, una rabbia repressa, per non potere fare nulla. Non immaginano il mio angoscioso interrogativo. Non capiscono la mia sorpresa sconcertante per questa drammatica sequenza di miseria e di abbandono.
E’ oramai l’una di notte. Esco da questo dormitorio. Fuori ci sono le stelle. Il traffico é quasi cessato. Le poche persone affrettano il passo. Io sono triste e sconvolto.
Il viaggio
Mestieri
insegnanteLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
Venezuela, ColombiaData di partenza
1987Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)Gli altri racconti di Ferruccio Bolognani
Il prezioso diario
Questa mattina la telefonata, dall'agenzia della "Bethesda travel center" di Washington, annulla la mia impazienza. Da...
“Bienvenidos a Caracas”
Dopo quasi 5 ore, il comandante comunica le operazioni di avvicinamento a Caracas. Ci invita a...
Scuola Don Bosco
CARACAS,-28 de octubre Prendo la metropolitana e tre colectivos per arrivare al secondo indirizzo di P. Giuseppe....
Baracche e immigrati
CARACAS, -29 de octubre L'autista del colectivo é italiano. Lo scopro dopo aver parlato per alcuni minuti...
Il segreto più violento
CARACAS - BOGOTA', 3 de noviembre Caracas questa mattina è avvolta in una leggera foschia. Si dissolve...