Mestieri
scrittoreLivello di scolarizzazione
diploma di scuola media superiorePaesi di emigrazione
Francia, ArgentinaData di partenza
1922Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Virgilio Martini è uno scrittore e un giramondo. Dopo aver fatto base per qualche tempo a Firenze, città in cui è cresciuto, è in partenza per una destinazione abituale dei suoi soggiorni all’estero: Parigi.
Firenze-Parigi, 24-26 aprile 1925
Partenza solitaria nell’alba primaverile. La mia vecchia città scompare: il fiume ingiallito dalle ultime piogge, i monti lontani con un po’ di neve sui cocuzzoli che non vedrò più, per chissà quanto tempo.
Signa. Subbolìo d’un carro che passa là sotto, col barrocciaio addormentato.
Poggerelli di pini, poggerelli di pioppi: nessuno ha tempo di guardarvi. Chi ha sonno dorme, chi vi ha visto troppe volte legge il giornale. Appena tre viaggiatori chiacchierano: e sono venuti a mettersi proprio accanto a me, per gonfiarmi la testa con la radio. Accidenti a chi l’ha inventata: a Saint-Denis, nella banlieue parigina, in una trattoria accanto allo stabilimento dove facevo il manovale, l’anno scorso, m’ha sciupato la digestione per due mesi.
Nemmeno il grido di battaglia empolese “Panini rosbifféééé!” distoglie la cortezza di cervello di questi tre dalle lunghezze d’onda dalle bobine, dai quadri, dagli accumulatori.
Pisa. Inglesi, francesi, tedeschi.
Una famiglia inglese invade lo scompartimento. Scaraventano le valige sul cappello d’un romano e sul mio berretto. Il romano spara un mannaggia; io levo il berretto da sotto la valigia e invito lo sparatore nel corridoio, a veder le calze di seta di una svedese che le mostra volentieri.
Profilo delle montagne intagliate nel cielo nuvoloso.
Un minuto a Viareggio; poi, di corsa, davanti a Pietrasanta, a Serravezza.
Il mare è là, vicino, dietro l’estrema fila d’alberi, e non si vede.
Massa. Alpi Apuane. Nei campi, ragazze portano sulla testa grandi ceste di bombole per il latte.
Ecco la prima strisciolina di mare, lontana, fra gli alberi laggiù, con qualche vela che balla sulla cresta. Ma sparisce subito.
Metto la testa fuori. Il vento mi fischia sulle palpebre; di tra le ciglia socchiuse intravedo pioppi e pali del telegrafo amorosamente corrermi incontro.
Navi da guerra nel golfo della Spezia, sotto un gran sole.
Esplosione bianca accecante di luce, di cielo, di acqua, alla fine della prima galleria, dopo La Spezia; piccoli lampi dalle bocche basse dell’altra galleria; – e il mare.
Per due ore e mezzo sarà così, fra le gallerie, per tutta la Riviera di Levante, fino a Genova.
Taci e guarda. Tutti i lumi di Genova, a semicerchio, e poi la corsa nel buio.
Il viaggio
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