Mestieri
scienziatoLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
RussiaData di partenza
1960Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)In Azerbaigian, a Baku, il malariologo Gramiccia avvia i primi contatti con i colleghi sovietici e può constatare, nell’ambito dell’attività ispettiva che effettua per l’Organizzazione mondiale della sanità, l’efficienza del sistema di cure presente in Russia.
8 luglio
I voli all’interno dell’URSS – ne ebbi l’esperienza anche nei viaggi aerei in altre “democrazie popolari” – sono anticonvenzionali, come un percorso in autobus di città. Pacchi nel corridoio dell’aereo, spinte, hostesses che sembrano tranviere e ne hanno anche i modi, gente che passeggia durante il decollo e l’atterraggio, ecc. Dormo assai male, su un sedile poco pieghevole all’indietro, seduto dietro una giovane russa massiccia ed energica che si agita e forza continuamente il suo sedile contro le mie ginocchia. Alle 6 di mattina arriviamo a Baku, Bruce-Chwatt, Albert l’interprete ed io. Odore di nafta nell’aria, vento, polvere persiana, cielo coperto e non fa caldo. Non c’é nessuno a riceverci, dev’esserci stato un disguido. Con un vecchio piccolo autobus stracarico partiamo per la città 30 km tenendoci appesi alle maniglie come possiamo, tra i pacchi e le valigie. Passiamo attraverso sterminai campi di pozzi di petrolio che si vedono estesi fino sul Mar Caspio. Arriviamo all’albergo Intourist. L’impiegato della ricezione deve telefonare al direttore, svegliandolo, per dirgli che ci sono due stranieri che vogliono una stan-za, prima di prendersi la responsabilità di ammetterci. Anche qui deve esserci stato un disguido e nessuno lo aveva informato. Il telegramma da Mosca al Ministero della Sanità dell’Azerbaijan non deve essere arrivato: finalmente abbiamo le stanze, su presentazione di un lasciapassare in possesso dell’interprete, che egli si era fatto rilasciare dal Ministero a Mosca per ogni buon fine. Dopo la colazione e un bagno mi metto a letto e dormo fino a mezzogiorno. Brace-Chwatt e due tizi del Ministero locale mi attendono da basso. Andiamo al Palazzo del governo, ricevuti dal vice-ministro della Sanità, che risulta avere delle conoscenze malariologiche eccellenti, e ci dà esempi convincenti della bontà del loro sistema. La nostra mancanza di informazioni adeguate me ne aveva fatto dubitare nel passato recente. Thé. Discussioni. Ritorno in albergo. Dopo una mezz’ora i due tizi ritornano di nuovo per farci fare il giro della città in taxi: museo Lenin, teatro, Accademia delle scienze, ospedali, università, soviet, la “torre della vergine”, ecc. Infine al parco sulla collina davanti al mare, accanto al monumento a Kirov (l’eroe sovietico suicida o piuttosto assassinato). Ceniamo in un padiglione del ristorante del parco con i due russi, il Dr. Agaki Kirimovic Kassimov, direttore dell’Istituto di Malariologia, e il Dr.’ Oussein Askerovic Usenov, capo del Sanepid di Baku, tutti e due ex-operai diventati medici, cordiali, amichevoli e entusiasti del loro sistema. Ci raccontiamo le storie della nostra vita, cio’ che aumenta la, cordialità, e ascoltiamo dei gustosi proverbi azerbajani: “un poeta non è mai vecchio”, “il tempo della, felicità vola, ma nel tempo infelice ogni respiro dura un secolo”, “é facile diventare un sapiente, ma è molto difficile diventare un uomo”, ecc. Kruscev é venuto spesso a Baku e deve averli appresi. Brindisi, champagne e caviale. Poi nel parco tiro con gli anelli, ping-pong, tiro a segno. Discesa in funicolare dalla collina. Sulla terrazza dell’albergo, finalmente soli, Bruce-Chwatt si dichiara diviso tra la simpatia della gente e il loro regime, e dubita di ciò che puo’ celarsi dietro una simile onda di simpatia umana. E’ un discorso difficile. I nostri ospiti ci avevano scortato fino all’albergo tenendoci il braccio come a delle dame di riguardo: deve essere un segno di deferenza locale. Sono le 10 e ho quindi un po’ di tempo per scrivere prima di andare a letto. E il letto, come accade qui, bisogna praticamente farlo prima di mettercisi: il lenzuolo si trova, dopo che uno l’ha cercato, piegato in quattro sotto la coperta. Perché? Forse per non disabituare al lavoro… Verso la, mezzanotte comunque una cameriera ci sveglia entrando in camera per farci pagare la colazione che avevamo consumata al mattino arrivando.
Il viaggio
Mestieri
scienziatoLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
RussiaData di partenza
1960Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Gli altri racconti di Gabriele Gramiccia
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