Verso un destino ignoto

Così partimmo, verso un destino ignoto, a Milano la visita ci trovò a tutti in ottima salute, si pernottò lì in attesa della partenza, e della consegna, degli indirizzi della Ditta dove ci dovevamo presentare  ed in quale punto della Francia  eravamo stati sbattuti, al mattino arrivò un impiegato dell’ufficio di emigrazione, ci consegnò tutto, e poi ci spiegò un po’ alla meglio il tragitto, che dovevamo fare, si consultò una cartina della Francia, e più o meno ci indicò il posto, a vederla nella carta, ci pareva, che non fosse poi tanto lontano, ma per arrivarci poi fu il contrario, quasi due giorni e una notte. Il peggio era farsi capire, quando si doveva cambiare treno, per altre direzioni, quante mosse e quante risate, benché la voglia non ce ne fosse tanta a causa della stanchezza, infine arrivammo a Tolosa, verso il confine spagnolo.  Si arrivò verso la sera alle sette, ad attenderci c’era un friulano, che faceva da interprete per la ditta, ci presentarono al padrone, ci portarono a mangiare in una trattoria e dopo cena ci portarono in un grosso capannone, ci consegnarono un pagliericcio tipo militare, dicendoci che al mattino ci avrebbero portato a destinazione, dove vi era il bosco da tagliare, tutti pensavano che era nei dintorni del paesello, ed invece ci caricarono in un camion, come facevano i tedeschi, e per una decina di chilometri andammo avanti, noi ci si guardava uno con l’altro forse pensando a quando saremmo arrivati. Si infilò in una strada sterrata, una specie di canalone, fino a che si arrestò, nei pressi di una casa mezza diroccata.