Mestieri
rappresentante di commercioLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
SvizzeraData di partenza
1939Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Dal 1937 il clima di intolleranze che prelude all’entrata in vigore delle leggi razziali in Italia, ha le sue ripercussioni sulla vita di Emilio e Maria, giovane coppia torinese che si è da poco formata. Emilio vede sbarrarsi la carriera universitaria alla quale stava faticosamente accedendo.
Nella primavera del 1937 cominciarono ad apparire sulle colonne e sui muri dei portici della città piccoli timbri recanti la scritta: MORTE AGLI EBREI. Sino allora l’essere ebreo non aveva costituito per me alcuna discriminazione nei confronti della società: anzi praticamente non avevo alcuna sensazione di avere qualcosa di particolare, il che nego tuttora. Ero e sono rimasto un uomo come tutti gli altri, che nessuna credenza può alterare nelle qualità fisiche e morali. Era il subdolo inizio della campagna d’odio attizzata su pressione dell’alleato tedesco, che sin dall’avvento di Hitler nel 1933 aveva creato i primi campi di concentramento, che per dodici anni divennero veri centri industriali della morte per tanti milioni di innocenti. Il fratello di mio padre con la moglie ed una figlia sedicenne, due cugini di Milano con due figli poco piú che decenni finirono tutti nei forni di Auschwitz. La pubblicazione della rivista LA RAZZA diede un tocco ufficiale alla persecuzione, che culminò nelle leggi dell’ottobre 1938 con la eliminazione degli ebrei da tutti gli uffici pubblici e la imposizione di tante limitazioni. Io ero l’ultimo di quattro figli, tutti inseriti nell’amministrazione statale e pertanto fummo tutti licenziati nello stesso momento. Il mio posto di assistente volontario per diritto costituzionale presso l’Istituto Giuridico dell’università mi fu tolto poco dopo che avevo conseguito la mia seconda laurea (scienze politiche) e quando l’aiuto di alcuni professori stava favorendo il difficile avanzare nell’ambiente scientifico e cattedratico dell’università. Avendo già assolto il servizio militare mi fu risparmiata la precettazione di andare a trasportare traversine ferroviarie e altri lavori pesanti imposti per contrastare la cosidetta eccessiva intellettualità degli ebrei. In un’atmosfera pesante di incertezze la vicinanza di Maria fu determinante per me: lei sentì ancor più di me l’ingiustizia della persecuzione. Entrata nell’ambito della mia famiglia, che l’accolse con molto affetto, le sembrò impossibile che potessero essere tormentate persone, che vivevano tra di loro e con il prossimo in perfetta armonia: una famiglia piena di amore, di tolleranza e di comprensione, come indubbiamente i miei genitori erano riusciti a creare. Non avevano nemmeno fatto celebrare ai figli la maggiorità ebraica dei tredici anni. Non parve vero a Maria, che aveva avuto la triste esperienza della divisione dei genitori, di poter entrare a far parte di una famiglia normale e molto unita. Pur avendola più volte intrattenuta sulle incertezze che offuscavano il mio avvenire (le notizie dei campi di concentramento tedeschi erano nel frattempo giunte in Italia) Maria non ebbe alcun dubbio e volle riposarmi: appena in tempo il 29 settembre 1938 qualehe giorno prima che le leggi razziali vietassero i matrimoni misti. Il Vaticano concesse rapidamente il nulla osta per il matrimonio religioso desiderato da Maria, con la sola condizione di fare cattolica la prole eventuale: il che non costituì per me alcuna remora per quella educazione alla libertà ed alla tolleranza, cui mi avevano abituato in famiglia. I doni di nozze furono soprattutto valige.
Il viaggio
Mestieri
rappresentante di commercioLivello di scolarizzazione
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SvizzeraData di partenza
1939Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Gli altri racconti di Emilio Levi
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