Mestieri
rappresentante di commercioLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
SvizzeraData di partenza
1939Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)La deflagrazione della seconda guerra mondiale coglie Emilio e Maria, giovane coppia di ebrei torinesi, in Svizzera. Ed è in Svizzera che decidono di restare per scongiurare le persecuzioni.
Verso la fine dell’agosto 1939, avendo qualche soldo in tasca ed approfittando delle riduzioni ferroviarie per un’esposizione nazionale svizzera, che si tiene (secondo quanto mi dissero) ogni 25 anni a Zurigo, ritornammo in Svizzera a respirare un pò di libertà. Da Zurigo passammo poi a Ginevra, dove era stata allestita una splendida mostra dei capolavori del Museo del Prado di Madrid, spediti in Svizzera per salvarli dalle distruzioni della guerra civile spagnola. Il 29 agosto ci fermammo a Chiasso, al confine con l’Italia, per intrattenerci qualche giorno con mio fratello Arturo, ex impiegato di dogana e poi funzionario di una casa di spedizioni svizzera dopo l’espulsione dall’amministrazione italiana. Il primo settembre la radio svizzera comunicò che le armate di Hitler avevano invaso la Polonia e che in conseguenza di un trattato di alleanza della Polonia con Francia ed Inghilterra, questi due paesi dichiaravano guerra alla Germania, iniziando così la Seconda guerra mondiale. Nel timore di venir arrestati al ritorno in patria decidemmo di fermarci temporaneamente a Chiasso, chiedendo alla polizia svizzera un permesso di soggiorno di tre mesi in attesa di emigrazione, che ci venne rapidamente concesso e poi più volte rinnovato. Per fortuna eravamo giovani ed incoscienti: affrontammo il nuovo periodo come un’avventura. Trovammo in affitto una camera e cucina in una vecchia villa dei dintorni di Chiasso, dove una simpatica ed umana vecchietta ci accolse molto affettuosamente, partecipando al nostro dramma. La cucina era ampia, ma veramente squallida: un tavolo consunto e due traballanti sedie, una stufa a legna: la camera da letto, dove il nostro letto matrimoniale era costituito dalla vicinanza di due sofà, uno dei quali sensibilmente più alto dell’altro (con le conseguenze talvolta comiche che si possono immagirare) era arricchita di un armadio con una grande figura scolpita di faraone egiziano, che sperammo ci portasse fortuna. I soldi del viaggio erano ormai agli sgoccioli e pertanto esaminammo con mio fratello le possibilità di lavoro, peraltro severamente vietato dalla legge svizzera agli stranieri. Maria trovò però facilmente una sistemazione presso una sarta di Mendrisio (a pochi chilometri da Chiasso) che capì subito l’importanza di potersi avvalere del gusto e dell’esperienza di Maria, di una torinese. Il salario era appena sufficiente per vivere, ma ce la facevamo, nonostante il nostro appetito. Però vederla tutte le mattine di buon’ora partire per il lavoro fu uno dei primi seri dolori della mia vita. Tanto più che per me era esclusa ogni possibilità di lavoro, perché su di me la polizia non avrebbe potuto chiudere l’occhio e qualcuno avrebbe potuto mettermi in seri guai. Potei solo dare qualche lezione d’italiano quasi gratuita ad un simpatico agente siciliano della polizia italiana di confine, che non riusciva a passare l’esame di brigadiere. Questa difficile situazione si protrasse dall’autunno 1939 al gennaio 1941: il periodo più arduo per me, che avevoo sognato di consentire a Maria una serena vita casalinga in quelle mansioni, che le erano più congeniali allontanandola da tutte le angosce di un lavoro. Eppure per tutto quel tempo dovetti lasciarmi mantenere dalle preziose ed abili mani di Maria, che mi diede così ancora una volta una prova del suo smisurato amore. Dovetti adattarmi a fare i lavori domestici, anche se ridotti al minimo dall’angustia della nostra abitazione ed a preparare i nostri modestissimi pranzi serali. Era sempre una gran festa per me salutare e baciare Maria al suo ritorno dal lavoro ed i pochi franchi che ogni settimana mi portava erano un vero tesoro. Non ricordo volentieri questo lungo periodo, che per me era moralmente insopportabile e che solo la giovane età mi consentiva di superare con quella leggerezza, che per fortuna attutisce nei giovani responsabilità pesanti ed amare.
Il viaggio
Mestieri
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laureaPaesi di emigrazione
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