Mestieri
metalmeccanicoLivello di scolarizzazione
licenza elementarePaesi di emigrazione
Francia, Regno UnitoData di partenza
1955Data di ritorno
1961Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Armando Zanchi parte per la sua seconda esperienza emigratoria: la destinazione è l’Inghilterra.
Arriva il giorno della partenza, giorno da manicomio, mio padre e mia madre indaffarati come sempre, a prepararmi le valigie; due grosse valigie che mi davano solo pensiero, à guardarle sapendo il lungo viaggio ché andavo a intraprendere, mutande, maglie, calzini ed tante altre cose che nonstò ad elencare, tanti panini con mortadella, vino e così via, io sapendo cosa vuole dire viaggiare stracarico in quel modo, di tante cose ne avrei fatto a meno, ma lasciai fare a loro per non contradirli; tutto era pronto per il viaggio e non mi restava che salutare i genitori e fratelli, mi fecero le solite raccomandazioni, mi avviai alla fermata della Corriera, arrivo ad Arezzo, per il biglietto non avevo da pensare, perché tutto il necessario mi era arrivato dall’Inghilterra.
Salgo in treno, e l’avventura se così si può chiamare incomincia; treno stracarico come sempre, con queste due valige faccio un po’ di giri, ma fui costretto a fermarmi alla svelta, dato che era impossibile andare avanti o indietro; trovai un gabinetto a metà pieno di valigie e pensai di infilarci anche le mie, tanto per loro il danno era poco, io vedendo che l’unico posto per sistemarsi un pò alla meglio per me era il mantice che esiste tra i respingenti della carrozza, mi ci infilai con la speranza, che durante il tragitto qualcuno sarebbe sceso ed avrei potuto sistemarmi un pò meglio, ma le mie previsioni furono errate.
Arrivammo in vista delle scogliere di Dover, fà uno strano effetto a chi le vede per la prima volta, come lo ebbi vedendo il mare, ero stanco ma anche felice vedere cose che mai avevo pronosticato di arrivarci, pensando alla fatica, avrei di sicuro fatto marcia indietro; ma comunque ormai c’ero e volli godere questa bella visione. La nave si stava avvicinando, lentamente al porto, finalmente ferma, tutte le persone che si trovano a bordo, stanno preparando i loro bagagli, in attesa di scendere a terra; ci incolonnammo verso la scaletta, ed uno alla volta toccammo terra, io come di solito facevo, andavo sempre dietro il gruppo più grosso, era una sensazione mia, perché in quel momento mi trovavo molto spaesato; e credevo di trovare la via più giusta. Così m’incamminai con dei passeggeri ché andavano verso un treno, che era lì in attesa, dietro di me sentivo uno ché gridava, con madre lingua inglese, ma per me poteva essere anche marocchino, e dirigendosi verso di me con qualcosa nelle mani, mi raggiunse, mi dette una sbirciata, io lo guardai, e mi strinsi nelle spalle, vedere questo bestione in uniforme, più grosso di me, così vestito, era la prima volta che lo vedevo, mi consegnò il mio passaporto, io dal momento che me lo avevano ritirato, non ci pensavo proprio più; forse lo avranno annunciato di andare a ritirarlo, prima di scendere dalla nave, ma purtroppo io facevo parte della lega dei sordomuti.
Il viaggio
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