Licenziato

Insomma non era vita da nababbo, ma il corpo lo riempivo: Patrizia era ormai di casa, e la sera cenava sempre con me, mi aiutava a rigovernare, e dopo si usciva. Così il tempo trascorreva, senza accorgersi erano già tre mesi che lavoravo in lavanderia, dove portavo anche i miei indumenti.  Nel frattempo che la macchina funzionava, mi mettevo a guardare il panorama, una trentina di donne, molte giovane e abbastanza carine, una strizzatina d’occhio e loro rispondevano con un sorriso, la feci buona, era meglio se nel frattempo dicevo l’Ave Maria. Il Direttore se ne accorse, e mi disse, senta; io sono costretto a licenziarlo, mi dispiace ma debbo farlo e fu di parola: andai in bestia e mi misi a fare le valigie, poco dopo arrivò Patrizia, che vedendomi così avvilito, mi chiese, che cosa succede? Io vedi sto facendo i bagagli, torno in Italia, tanto vedo che la terra inglese, mi scotta troppo sotto i piedi, sono quasi due anni, che ci sono, e non me ne andata una dritta, e meglio che torni a casa forse un po’ di riposo mi farà bene, così posso riordinare un po’ le idee sul da farsi.