Mestieri
casalingaLivello di scolarizzazione
licenza elementarePaesi di emigrazione
VenezuelaData di partenza
1976Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Teresa Martucci arriva in Venezuela nel 1976, per un viaggio di piacere ma anche per vivere un’esperienza nuova, come le suggerisce di fare la madre che c’è stata l’anno precedente e l’ha indirizzata presso dei contatti ben introdotti nella comunità italiana a Valera, non molto distante da Maracaibo. Dove viene ospitata in una quinta, una villa.
Valera è una città costruita in una vallata tra le Ande a 456 m. d’altezza circondata da sette piccole colline e per questo chiamata la piccola Roma; il clima è quasi sempre uguale: durante l’anno c’è qualche piccola variazione come in tutto il Venezuela. C’è il periodo in cui piove più spesso che é verso giugno e luglio. Io son ospite in una zona dove vi è un gran numero di italiani, tutti legati da una fraterna amicizia tra loro. Da questa parte molti vivono in una villa che qui si chiama quinta — cioè chinta in italiano — . Sento che si respira una gran pace. Ho osservato l’espressione degli uomini che vivono qui e mi ha colpito molto la loro serenità. Tutte le persone mi sembrano di modi molto gentili e pare siano di mentalità più semplice di noi, più pratici. Attraversando le strade e osservando le varie ville, e ve ne sono molte, si è portati a pensare che qui ci deve essere un certo benessere, una sicurezza economica.
23/6/76 — Stasera sono uscita per le strade di Valera; come mezzi pubblici funzionano molto i taxi; chiunque può fermare il taxi già occupato e unirsi agili altri con un bolivar si scende dove si vuole. Il centro di Valera è ricco di negozi, le commesse sono gentilissime: dopo averne visitate alcuni mi reco nel negozio più ricco di articoli, vi è di tutto, dall’abbigliamento al puro capodimonte e moltissime altre cose. La proprietaria è una spagnola, mi viene presentata e con molta gentilezza ci prepara un guarappo (caffè acquoso che qui prendono con gusto). Questa signora a causa del suo lavoro è costretta a girare un po’ in vari paesi del mondo; veste di cose prettamente italiane; mi fa notare il modello delle scarpe che porta, ne riconosco subito la marca e il prezzo, in via Barberini a Roma le vendono al prezzo di lire quarantamila. La signora mi domanda come mai non sono sposata, tanto per dare una risposta dico che è difficile trovare la propria metà; il discorso cade sulla creazione e quindi sulla religiosità. La signora è una credente a modo suo: dice che la Chiesa ha oppresso l’uomo, lo ha caricato di misticismo e invece l’uomo è fatto di chimica e non deve staccarsi dalle cose normali perché Dio ha creato l’uomo completo: è sbagliato, dice, che il Sacerdote sia celibe, che il divorziato viva solo. Tutto questo secondo la signora non è giusto e aggiunge che l’uomo potrebbe andare nudo perché Dio ha creato l’uomo nudo, ma l’uomo proprio per vestirsi commette tanti peccati, se andasse nudo ne commetterebbe molto di meno. Finita la conversazione con la spagnola mi reco nella Chiesa dei Salesiani dove il Vescovo ordinerà un diacono: è un giovane italiano che ha vissuto tra Roma e Milano, la mamma di lui vive a Milano dove insegna ma l’estate vive a Roma nella zona di via Marsala dove hanno una loro casa. La Chiesa è grande, somiglia un po’, a quella della mia parrocchia in Roma per la forma abbastanza lunga, ma è di uno stile completamente diverso: in fondo all’altare al centro vi è un grande Crocifisso con accanto una scritta: Sono venuto per servirti. Al lato della navata destra una piccola statua di S. Giuseppe e a sinistra una del Cuore di Gesù; sul Crocifisso una Madonna in una conchiglia sotto uh cielo stellato, i muri tutti bianchi e la volta celeste. La messa viene concelebrata da sei Sacerdoti, tutto si svolge un po’ come nella mia Parrocchia di Roma. A Valera vi sono molte chiese – ho visitato la cattedrale di S. Giovanni Battista che è di stile gotico,4 molto bella, si trova in piazza Bolivar, non è costruita in pietra ma in calcestruzzo. So che c’è un gruppo di carismatici e che ha quattrocento aderenti.
Il viaggio
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VenezuelaData di partenza
1976Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Gli altri racconti di Teresa Martucci
Italiani ricchi e bambini poveri
Passando attraverso le varie quinte mi si dice chi ne è il proprietario che la abita...