Paesi di emigrazione
IsraeleData di partenza
1965Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Il viaggio in Terra Santa di Assunta Di Pietro tocca un’altra tappa altamente emblematica della vita religiosa: il suo gruppo visita il Cenacolo, il luogo dove secondo la tradizione Gesù consumò con gli apostoli l’ultima cena, prima di essere crocifisso.
Lasciato il sobborgo di Ain Karem passiamo a visitare il Monte Sion, dove si trovano il S. Cenacolo e la Basilica della Dormizione sorta sul luogo che vide il sereno trapasso della Vergine. Nella parte inferiore dell’edificio che racchiude il Cenacolo si trova la Tomba di David; entrando ci siamo incontrati con un rabbino dalla lunga chioma e con una foltissima barba nera il quale, circondato da un gruppo di bambini, ha intonato e recitato con voce monotona e cadenzata una lunga serie di salmi e preghiere, attentamente seguito dai piccoli fedeli che sono rimasti immobili e composti senza dare alcun segno di insofferenza o di distrazione. L’esuberanza dei nostri bambini ben difficilmente si sarebbe adattata ad un simile comportamento.
Saliti al piano superiore ci troviamo nel S. Cenacolo. E’ indescrivibile la sensazione che si prova trovandosi in questo ambiente, evangelicamente così famoso, e che oggi non ha la fortuna di essere custodito dai cattolici; non possiamo, infatti, fare altro che rileggere a voce bassa il Vangelo e recitare quasi in silenzio alcune preghiere. Questo luogo santo che vide il più grande dei prodigi che l’umanità potesse attendersi e che solo la mente divina poteva concepire ed attuare, avrebbe avuto certamente un diverso rilievo se la cristianità avesse potuto disporne. Qui Gesù, alla vigilia del suo sacrificio, in un impeto di amore trascendente, volle donarsi per tutti i secoli quale spirituale alimento per la vita delle anime che la sua morte avrebbe redento. In questo dono è la sorgente di ogni santità, che tale rimarrà finché ci sarà un successore di quei primi discepoli che ebbero da Lui il potere di ripetere la mistica Cena. Non possiamo, infatti, dimenticare che l’eucaristia ha portato come necessaria conseguenza l’istituzione del Sacerdozio, al quale è affidata, per divino mandato, la rinnovazione del Sacrificio eucaristico, fonte perenne di ogni grazia e di ogni salvezza. Un grande sentimento di riconoscenza sorge spontaneo nel cuore per il dono immenso, che rivela in eguale misura pareggiabile onnipotenza di Dio e l’amore incondizionato per le creature da lui create e redente. Come il Lago di Tiberiade è stato il principale testimone dell’attività apostolica svolta dal Redentore nella Galilea, così il Cenacolo ha avuto l’onore di essere scelto da Lui come sede storica dell’istituzione dei principali Sacramenti e della strutturazione della Chiesa nascente. Qui Gesù, entrando a porte chiuse, la sera della sua resurrezione, rincuorando gli apostoli che vi stavano rinchiusi impauriti e sgomentati dagli avvenimenti che avevano portato alla cattura ed alla morte del Maestro, conferì loro quel mandato che durerà fino alla fine dei secoli, di ammaestrare e battezzare tutte le genti, nonché quello di perdonare o ritenere le colpe che le creature di tutti i tempi avrebbero loro confidate, e per la cui remissione non altro è richiesto che un intimo e profondo rincrescimento ed un desiderio sincero di tornare in pace con Dio e con se stessi. Dopo la morte del Redentore il Cenacolo fu il luogo preferito dai Discepoli per raccogliersi in preghiera e qui lo Spirito Santo discese su ciascuno di loro il giorno della Pentecoste, trasformandoli da rozzi e timorosi seguaci in apostoli ferventi, capaci di operare prodigi, pronti a lottare per l’affermazione ed il trionfo della verità insegnata dal Maestro.
Usciti dal Cenacolo possiamo vedere, essendo il Monte Sion sulla linea di demarcazione, le sentinelle giordane poste sugli spalti per la difesa della frontiera. Impressione veramente penosa e che sta a dimostrare come gli errori storicamente si ripetono e come l’esperienza del passato a nulla valga quando sono in giuoco rivalità secolari ed interessi contingenti. Nessuno al mondo potrà mai trovare opportuna la decisione di stabilire una linea di confine tagliando in due una città; eppure Gerusalemme non rappresenta oggi un esempio isolato: Ebrei ed Arabi non hanno voluto rinunciare ad averla come loro Capitale spirituale e, per porre fine alle lotte sanguinose, si è giunti a questo compromesso logicamente assurdo, nell’intento di soddisfare l’aspirazione delle parti contendenti.
Unico passaggio tra le due parti è rappresentato dalla Porta di Mandelbaum, dove le guardie di confine verificano i nostri passaporti, consentendoci poi di percorrere il breve tratto di “terra di nessuno” che divide le due frontiere. Entrati in Giordania dobbiamo ufficialmente dimenticare di provenire dallo Stato di Israele: pertanto a qualunque interrogazione dovremo rispondere di essere giunti ad Amman per via aerea. Questi accorgimenti si rendono necessari per evitare reazioni da parte di fanatici mussulmani che ritengono nemico degli arabi chiunque abbia avuto un qualsiasi contatto con gli israeliani. La Casanova di Gerusalemme dove siamo ospitati si tra va al centro della città vecchia, in prossimità del Bazar e poco distante dalla Basilica del S. Sepolcro.
Il viaggio
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