Un bimbo chiamato Nené

Ci fu una notte che arrivò trafelata una inserviente della maternità che disse alla domanda di Mariella che cosa avesse la paziente: rispose – sta gravida!!!! Al che un sorriso mi venne spontaneo; certo che se era in una maternità non poteva essere altrimenti!!! Ma quello che non dimenticherò mai del Mozambico è che per alcuni giorni mi chiesi: dove andrà’ questo popolo; dove lo condurrà tutto questo sfacelo. Mentre stavo dando lezione, sentimmo un gran silenzio e, tutti corremmo verso le finestre, e cosa vidi? un gruppo di uomini stracciati a piedi scalzi che in fila a andavano a fare la guerra, io osservai il fucile nuovissimo che portavano a mala pena a tracolla ed era un mitragliatore; il mio pensiero fu questo, in quel momento: pensai che nessuno di quegli uomini sapesse quanto costasse, e cosa era ferire un altro essere umano; altrimenti tutti insieme, avrebbero potuto rivenderli, per sfamare loro stessi e le loro famiglie. C’è un’altra cosa che non cancellerò mai dalla mia memoria; dopo un laborioso cesareo, nei giorni seguenti andai a chiedere a questa Mamma che nome avrebbe messo al suo bambino; la risposta fu agghiacciante per me; mi rispose che fino a tre anni lo avrebbe chiamato soltanto: Nene’ perché’ soltanto dopo i tre anni poteva avere una sen mi certezza che sarebbe vissuto ancora! La mia mente volò all’Italia, e al mondo intero meno ovviamente i paesi del terzo mondo; quando una Madre, aspettando un bambino sceglie vari nomi di questa creatura, prepara per lui il corredino, e qui non ci si può affezionare al bambino perché’ nei primi tre anni può morire; difatti la mortalità infantile in Mozambico era dell’86% nei primi 5 anni di vita!!! E ne tantomeno preparargli un corredino, nella migliore delle ipotesi lo avvolgerai nella stessa capulana o se è più (ricca) in una capulana nuova. Questo stato di cose grida vendetta al cospetto di Dio…. o no???