Mestieri
insegnanteLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
BoliviaData di partenza
1986Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)Temi
documentiTemi
documentiComplice la mostruosa inflazione che si è abbattuta sull’economia e sulla moneta boliviana, a Vittorina vengono richiesti 50 milioni per rinnovare il permesso di soggiorno sul passaporto! Al di là della cifra apparentemente mostruosa, che al cambio si rivela contenuta, ciò che la infastidisce sono i criteri, del tutto arbitrari, che vigono in Bolivia circa la definizioni dei prezzi dei beni.
TARIJA, 14/8/86 Sono uscita alle 9,15, ho visitato la chiesa di San Francesco, mi sono arrampicata fino a quella di S. Rocco, ma tanto per cambiare era chiusa; sono rientrata nel centro, ho visitato la Cattedrale e mi sono sbizzarrita a fotografare tutti i santi, cristi e madonne, che sono incredibili sia come fattura sia come vestiario: hanno i capelli veri, sono bardati di tessuti preziosi, ma hanno le facce di quelli che incontri per la strada! In piazza mi sono fatta lucidare le scarpe, ormai è diventata un’abitudine! Sono rientrata in albergo per farmi dare il passaporto, che, stranamente il padrone non mi aveva subito restituito, anche ora si rifiutava di darmelo, non riuscivo a capire il perché, alla fine di uno strano tira e molla ho capito che dovevo pagare subito la camera; chissà perché non me l’ha detto subito! Misteri di questo paese, che mi pare di capire sempre meno! Con il mio passaporto sono subito andata all’ufficio immigrazione, perché mi scadeva il permesso di soggiorno, tutti guardavano me e il mio passaporto con aria stravolta, alla fine uno ha fatto che accompagnarmi dal direttore: bello, sorriso smagliante, ai dichiara subito fervente ammiratore dell’Italia a soprattutto delle italiane (tutti citano Sofia Loren), poi, passando al pratico, mi fa leggere il costa del la richiesta di proroga del soggiorno: 50 milioni; gli faccio notare che mi sembra un po’ caro, mi chiede quanto voglio pagare, gli rispondo che non capisco bene che diavolo di tassa sia, ma che mi voglio attenere alle leggi del paese di cui sono ospite; nuovo sorriso supersmagliante, mi fa pagare 30 milioni (senza ricevuta, se li è intascati!) e mi scrive sul passaporto che posso rimanere fino al 5 settembre. Spero proprio di partire il 2 settembre, perché non ne posso più di pagare per cose che non capisco e di sentirmi quasi scema! Dimenticavo: mi ha invitata a prendere un caffè domenica! Sono andata due volte al mercato a bere il caffè: una volta 31 l’ho pagato 400 mila, un’altra 500 mila: veramente incredibile! Finalmente ho mangiato un pezzo di carne quasi come si deve, ne avevo proprio bisogno! Sono andata a telefonare a Hugo, raccontandogli per sommi capi le mie avventure-sventure. Solito caffè al mercato con un vento che mi portava via. In camera mi sono messa a letto, avevo sonno, ma non ho dormito e sono più stanca e stufa che mai! Se penso che de vo rimanere qui fino a martedì, mi vien male!
Il viaggio
Mestieri
insegnanteLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
BoliviaData di partenza
1986Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)Gli altri racconti di Vittorina Bartezzaghi
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