Mestieri
agronomo, fattore, allevatore, piccolo imprenditoreLivello di scolarizzazione
diplomaPaesi di emigrazione
BrasileData di partenza
1.1889Periodo storico
Periodo post-unitario (1876-1914)Diletto Manzini è salpato da Genova il 25 gennaio 1889 e naviga verso il Sud America. Durante una sosta della nave a Capo Verde, scrive una lettera indirizzata al cognato Ugo.
Appena telegrafatoti si montò a bordo e ancora non ci siamo più fermati, sono ormai 11 giorni che viaggiamo.
Io sono qui comandante e tutore di 287 persone che smonteranno con me a Rio Janeiro e di lì andremo alla nostra destinazione che è distante circa 5 ore di ferrovia in un posto chiamato Valencia, aria buonissima e sana; ti darò in seguito preciso indirizzo.
Adesso ti racconto il nostro viaggio. Partiti da Genova si salpò per un giorno ed una notte, che pareva che neppure si camminasse da quanto il mare era calmo e tranquillo; ma oh Dio! Arrivati alla seconda notte, circa le ore 11 di sera, e proprio ove si chiama golfo del Lione, tutti gli elementi si scatenarono contro di noi, oh che brutti momenti mio caro Ugo! Credeva veramente che non arrivassi più a scriverti. Figurati che in principio cominciò il rullio e quindi le onde invasero il bastimento da prua a poppa talmente che sopra a coverta pareva vi corresse un fiume. Puoi pensare allo spavento che si impossessò di tutti; qui a bordo siamo circa 1900, fra cui molte anche donne le quali urlavano che sembrava la fine del mondo, ed io pensavo che fosse proprio così!
Tu avesse sentito le preghiere, i pianti, gli abbracci di tutti; gli stessi marinai si segnavano contriti, a me non veniva più pensato nulla. Faceva coraggio all’Albina e ali ‘altre persone e mentre riandavo col pensiero ai miei cari, ti dico la verità, mi era già messo perduto.
Grazie però al Cielo e alla bravura del Comandante, che legato sul ponte dava ordini che benissimo venivano eseguiti e grazie alla macchina che a tutta forza tagliava le onde, che come ti ho detto si alzavano che parevano montagne, ma più di tutto al nostro Capitano macchinista, che davvero è un bravo e gentil signore, anche ora dice sempre vedete come io tengo cavalli docili e forti! Essi sono mille ed io li guido con una sola mano!
E quella notte, è proprio vero, assisteva da se stesso alla macchina, insomma questa burrasca durò circa 22 ore di seguito e nessuno, in tutto questo spazio di tempo pensò neppure a mangiare, solamente a piangere e la maggior parte a vomitare, era davvero un brutto affare. Però io e l’Albina non abbiamo veramente sofferto il vomito, all’Albina durò circa un’ora il travaglio, ed a me pochi sforzi di stomaco per qualche minuto. Indi calmatosi il mare l’allegria tornò a fiorire a bordo e non si è più pensato neppure un momento al pericolo corso.
Il viaggio
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diplomaPaesi di emigrazione
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1.1889Periodo storico
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