Mestieri
funzionarioLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
IsraeleData di partenza
1933Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)A differenza dei numerosi ebrei in fuga che già nel 1933 si dirigevano verso la Palestina, costretti ad abbandonare la loro vita e le loro case perché perseguitati in mezza Europa, Livio attraversa il Mediterraneo per una scelta libera e per motivi di carriera.
Potevo ritenermi privilegiato in confronto dei mei compagni di viaggio. Venivo in quel Paese di mia volontà, non costretto da persecuzioni come la maggior parte di loro. Erez Israel mi aveva attratto col suo fascino, ma prima di decidere sul mio avvenire, avevo scelto accuratamente la mia attività.
Sbarcato dalla nave “Italia” che, per molti anni doveva costituire, attraverso mio Padre che la comandava, il mio saldo collegamento con l’Italia e con la mia famiglia, presi temporaneamente alloggio nell’unico albergo ebraico della zona bassa di Caifa, l’Hotel Herzlia, gestito da un Ebreo oriundo dalla Polonia che parlava correntemente solo il “mammeloschen” come veniva chiamato familiarmente lo Jiddish. I clienti erano vecchi residenti, come il signor Hankin, che acquistava terreni dagli Arabi, il signor Pollak, fondatore della fabbrica di cemento “Nesher”, il dottor Franco, medico della Sanità marittima.
La prima sera sull’altra sponda del Mediterraneo, lontano dalla famiglia e dal mio ambiente, non sentii alcuna nostalgia. Fui incantato dal cielo luminoso, rischiarato dalla luna e da scintillanti stelle, che inondavano di una luce particolare gli edifici di pietra bianca di stile orientale mi circondavano. Sotto quella luce argentea scrissi la mia prima lettera dalla Palestina a mia Madre.
L’impressione che riportai dell’ufficio era tutt’altro che favorevole. Prima di esser trasferito avevo prestato servizio per un breve tempo presso la Direzione del Lloyd Triestino, in uno dei grandi palazzi che circondano piazza Unità a Trieste. Si lavorava in ambienti ampi e puliti con colleghi seri e cordiali.
L’Agenzia di Caifa si trovava invece nella polverosa zona del porto, che emanava da ogni angolo gli aromi caratteristici anche se non sempre gradevoli, dei quartieri levantini. L’agente, il cav. Casati, nativo di Istambul, concepiva le relazioni coi collaboratori secondo il principio di autorità vigente nel Medio Oriente. Non gli garbava che fossi laureato e, significativamente, mi disse al primo incontro che non aveva bisogno di “dottori”, perché tutto il personale era sanissimo.
Il viaggio
Mestieri
funzionarioLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
IsraeleData di partenza
1933Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Gli altri racconti di Livio Steindler
Sbarco a Haifa
Era mia intenzione di iniziare la mia vita di lavoro all'estero e in particolare in Palestina....
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L'organizzazione dell'agenzia non aveva subito mutamenti dall'epoca in cui Caifa era un piccolo porto di pescatori...
Fuggiaschi e bombe
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