Mestieri
dipendente pubblicoLivello di scolarizzazione
diploma di scuola media superiorePaesi di emigrazione
UgandaData di partenza
2010Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)Temi
paesaggioTemi
paesaggioUmberto Romano raggiunge Gulu, in compagnia della moglie: è la città dove la figlia Roberta vive e opera come cooperante internazionale. Una sorta di enclave, in Uganda, abitata dalla comunità di etnia Acholi, a lungo perseguitata negli anni della guerra civile.
È quasi sera quando arriviamo, dopo sei ore di viaggio massacrante fatte di sobbalzi e del forte rumore del vento, che entra dal finestrino aperto, condito con la polvere sollevata dagli automezzi incrociati. La polvere è dappertutto, in bocca, negli occhi, tra i capelli e sulla pelle.
Finalmente, stanchi e confusi da un viaggio di due giorni, entriamo nel centro abitato di Gulu: un ammasso di case povere e baracche, l’una addossata all’altra, poche macchine e tanta gente, che va avanti e indietro. A causa della strada sterrata, la polvere, perennemente nell’aria, invade cose e persone. Robert, l’autista che ci ha accompagnati da Kampala a Gulu, terminato il suo compito, lascia il posto di guida a Roberta che, in direzione della periferia, ci porta verso la sua casa. Prima di arrivare a destinazione passiamo in mezzo alle capanne, c’è ne sono e e tutte uguali a fare da contorno, con nugoli di bambini scalzi, seduti davanti alle porte. Costeggiamo una grande muraglia di mattoni color rosso, ci fermiamo e al suono del clacson; qualcuno guarda dietro uno spioncino e la porta di ferro si apre. Il guardiano è in divisa militare; ha il fucile di quelli tipo carabina, con manico di legno, usati durante il periodo del colonialismo. E’ la guardia notturna armata del corpo di vigilanza privata di Gulu.
Comincia a imbrunire e il cielo si tinge di rosso fuoco come la sabbia, con aggiunta di strisce di nubi nere. C’è ancora tempo per cenare, bisognerà inventarsi qualcosa, perché non c’è pane, non scende acqua dal rubinetto, non c’è luce.
Mentre il resto della famiglia, guidato da Roberta, va’ in chiesa, per assistere alla messa domenicale; io resto a casa; sono molto stanco.
Comincio a pensare che sono arrivato in un mondo nuovo, una parte d’Africa, diversa da quella che avevo conosciuto nel Sahara…
Il viaggio
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