Mestieri
dipendente pubblicoLivello di scolarizzazione
diploma di scuola media superiorePaesi di emigrazione
UgandaData di partenza
2010Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)Nei giorni trascorsi a Gulu, in Uganda, in compagnia della figlia Roberta che si trova in Africa come cooperante internazionale, Umberto Romano conosce giovani che provengono da tutto il mondo e che hanno deciso di donare la loro giovinezza e le loro energie a progetti umanitari e imprenditoriali destinati a far emergere le comunità locali.
Adam e Sean, ventiquattrenni, californiani, coinquilini di Roberta, hanno costituito un’organizzazione no-profit, la KK-NU (creazione di prodotti di lana lavorata all’uncinetto).
Adam racconta che a diciotto anni è andato via di casa, dopo essersi specializzato in una scuola professionale di uncinetto; ha dormito in auto per un anno; poi ha incontrato un amico ché lavorava in un’ONG a Gulu. Così ha deciso di venire anche lui, in questo posto afflitto dalla guerra, dove si può vivere con pochi dollari. “Dopo qualche mese di permanenza in Uganda, decisi di trovare un senso al mio esistere per il futuro. Tornai in California e convinsi altri miei amici (sette in tutto), a tentare un’impresa a Gulu: lavorare la lana con l’uncinetto; un modo come un altro per creare condizioni di lavoro a costi bassi”.
Hanno così comprato la lana in Kenia e messo su’ una scuola d’uncinetto, in forma di cooperativa, coinvolgendo alcune ragazze madri. Hanno spiegato loro che appena si fossero concretizzate le vendite ci sarebbero stati i soldi per pagarsi.
“All’inizio il percorso è stato molto duro; era appena finita la guerra e la gente era distrutta dal dolore e stanca di sognare un futuro migliore”. Hanno preso in affitto questo posto, dove oggi vivono insieme a Roberta, e costruito delle capanne per le lavoratrici. Dopo un breve periodo di formazione, hanno iniziato a produrre e crescere: prima venti, poi quaranta e oggi circa ottanta lavoranti. Realizzano un discreto fatturato i cui proventi sono divisi in modo proporzionato, secondo le competenze, tra tutti i partecipanti a questa fantastica attività. La produzione, per lo più, è fatta di cappelli di lana, con un marchio registrato ‘KK’.
“Qui’ a dirigere, siamo in due Occidentali, il resto dello staff, altri quattro, è Ugandese”. Gli altri soci, cinque, sono in California, addetti alla vendita. Il nostro stipendio, escluse le spese, è di cinquecento dollari al mese e per adesso bastano. Le lavoranti guadagnano circa 90 dollari il mese. Appena la struttura sarà autonoma, con dirigenti tutti ugandesi, noi ci sposteremo in Perù, per lavorare lana migliore e creare nuovi posti di lavoro”. Adam e Sean non sono i soli americani ad aver inventato un lavoro; c’è anche Kalli, proveniente dalla Florida, la ragazza di Adam. Arrivata in Uganda qualche anno fa, per fare volontariato nell’orfanotrofio del St. Jude Children’s, ha deciso, seguendo le orme del suo ragazzo, di creare un organizzazioni NO-PROFIT. Coordina un gruppo di donne ugandesi nella commercializzazione di collane e braccialetti di carta e foglie di banane; prodotti artigianali molto belli ma mal pagati e quasi invenduti sul posto. Kalli ha destinato gli oggetti al mercato americano, con il coinvolgimento di amiche residenti in Florida. Il risultato è un centro di lavoro retribuito per circa ottanta donne. Lavoro e Solidarietà.
Il viaggio
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