Mestieri
impiegataLivello di scolarizzazione
diploma di scuola media superiorePaesi di emigrazione
BangladeshData di partenza
1993Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)Dalla capitale del Bangladesh, Dacca, Marisa si sposta presso una sperduta missione religiosa giunta alla quale assapora in pieno il valore dell’opera dei religiosi in una terra segnata dalla povertà.
15 febbraio 1993
E’ con il viaggio nella missione di padre Canton che ha inizio la vera avventura. Già alla stazione degli autobus fermenta una povertà’ senza paragoni. Si sente e si vede ogni genere di odore, di lingua, di volto, di scena. Sono con me suor Konica e due altri giovani bengalesi, cosi’ rimango accanto a loro per tutta la durata del viaggio, sempre sotto stretta vigilanza della gente locale che ci accerchia. Il tragitto dunque e’ impressionante sia dal punto di vista delle condizioni igieniche, sia nell’ottica della sicurezza stradale. Sopra i sedili si mangia, si fuma, si tossisce, si dorme. Lo stomaco, poi, e’ messo a dura prova dagli scossoni provocati dalle strade gravemente dissestate o sterrate nonché’ dalla guida imprudente del conducente. Anche qui vige l’usanza delle porte anteriori spalancate e delle segnalazioni ai mezzi che si incontrano indirizzate tramite gesti ampi e gran fracasso di clacson e pacche sulla carrozzeria macilenta. Pare non esista un preciso senso di marcia e non si scorgono cartelli stradali. Tutto sembra affidato al caso anche e soprattutto il fatto stesso di giungere sani e salvi a destinazione. Ora capisco perché’ suor Konica esegue il segno della croce prima di ogni partenza. Indelebile resterà’ poi il ricordo della toelette sul traghetto a cui ho ricorso forzatamente non potendo proprio ulteriormente rimandare i miei bisogni. Per raggiungere la missione, infine, reclutiamo un rikscio’. Questi poveri mezzi di trasporto sono più’ squallidi che in città’: strati consistenti di terra sostituiscono e cancellano le loro tinte sgargianti che colorano la metropoli. Il paesaggio e’ un ingente terreno verde, per lo più’ coltivato a riso, interrotto da capanne in paglia o lamiera e doviziosamente popolato di mucche e galline. Faccio conoscenza con le suore che vivono in una confortevole costruzione attigua a quella dei due padri, da essa separata per mezzo della chiesa e del campo di calcio. Si instaura subito una familiarità’ ed un clima gentile che mi fa’ sentire a casa mia. Le religiose si assomigliano, sorridono sempre ed e’ sorprendente come sembrino felici – seppur giovanissime – della loro scelta vocazionale. Anche le tre suore più’ anziane, italiane, si dimostrano molto affettuose e premurose nei miei confronti. Con suor Sabina compio una prima sommaria visita della missione che e’ immersa nel verde. Rispetto a Dhaka qui mi sento in Paradiso. Nonostante il mistico silenzio ferve un forte dinamismo. Mi viene assegnato un letto nella “stanza degli ospiti”. Sono sola nella grande camera a quattro letti rigorosamente protetti da zanzariere. Ci sono pure una scrivania ed un armadio-cassaforte di lamiera spessa ed arrugginita. Il bagno e’ un ampio ambiente, sia in larghezza che in altezza, dal cui soffitto pende una lampadina mentre alla parete una massa di fili annodati denota un impianto elettrico precario. Al centro del locale e’ situata la doccia ma, come mi spiega suor Eleonora, non e’ ancora il periodo per utilizzarla (siamo appena agli esordi della primavera!) e pertanto la “sister” mi procura un secchio d’acqua calda per la pulizia personale. Imparo presto a dosare l’acqua con il secchio ed il misuratore e, pur senza evitare cospicui allagamenti, riesco a lavarmi agevolmente. Solo per l’igiene orale si raccoglie acqua sterilizzata in una brocca separata. Non esiste lo scarico del WC che viene tenuto pulito gettandovi le consuete secchiate d’acqua. Acquisto dimestichezza persino con la zanzariera che bisogna rimboccare tutt’attorno il letto, proprio come si fa’ per le lenzuola. Un’antiquata pompa manuale e’ installata dietro la casa nell’area adibita a lavatoio. I panni, bagnati ed insaponati, vengono dapprima lavati battendoli a terra con vigore, poi risciacquati ed appesi agli appositi fili o adagiati semplicemente sopra i prati.
Tramite suor Sabina conosco i nomi delle bambine che stanno giocando all’esterno. La mia presenza suscita la loro curiosità’ ed il mio imbarazzo ma, su invito della giovane suora, esse improvvisano un paio di danze cantando assieme. Questo quadro mi commuove e confronto tale modo d’agire cosi’ aperto ed ospitale con la nostra fossilizzata diffidenza. I bambini sono davvero numerosissimi e tutti salutano nella loro lingua: soltanto qualcuno di essi azzarda un timido “Good morning”. Visitiamo poi il laboratorio di ricamo e cucito presieduto da suor Ancilla, la religiosa più’ anziana. Le donne sono circa cinquanta e decorano, sia a mano che con la macchina per cucire, ogni genere di articolo: dalle stole per i sacerdoti alle tovaglie, dalle camicette agli asciugamani. Non ho appetito ma mangio ugualmente cio’ che offrono a me ed a suor Konica: riso, pesce, verdura, formaggio e persino una creme caramel propinata anche a padre Canton, convocato per lo spuntino. Il piatto nazionale e’ dunque il riso che alla sera ritrovo lessato nel latte in una classica pietanza che mi ricorda fortemente Livia. Non mi e’ permesso svolgere alcuna faccenda domestica, ivi incluso il blando apparecchiare la tavola. Dopo la cena accendiamo la vecchia televisione solo per le notizie del telegiornale. Dalla mia seggiola osservo i visi delle suore sedute dirimpetto in riga ordinata. Mi offrono caramelle da un vassoio ed una di esse sorridendo modula una dolce lode.
Il viaggio
Mestieri
impiegataLivello di scolarizzazione
diploma di scuola media superiorePaesi di emigrazione
BangladeshData di partenza
1993Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)Gli altri racconti di Marisa Trentini
Arrivo a Dacca
10-11-12 febbraio 1993 Conoscere gente nuova e' sempre un'esperienza esaltante. Con Claudio e Mario partiamo dalla stazione...
Profilassi antimalarica
13 febbraio 1993 Lotta estenuante con le zanzare ed il caldo questa notte. Fino alle due il...
La scuola cristiana
16 febbraio 1993 Ancora, di notte, oltre tre ore non riesco a dormire ma stamani mi sento...
Il lebbrosario
Di buon mattino giungiamo al lebbrosario dove distribuiamo dapprima i medicinali somministrandoli già' suddivisi negli appositi...