Mestieri
cooperanteLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
PerùPeriodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)Tra le realtà peculiare del Perù c’è la “Sierra”, la zona montuosa andina, un mondo a parte anche dal punto di vista delle coltivazioni e dello sviluppo economico. Molti degli sforzi profusi negli anni da Antonio Ratini, cooperante allo sviluppo attivo proprio in Perù negli anni ’80, si sono concentrati su questa zona.
Proposi all’interno della ONG e realizzai l’”Ufficio Tecnico. dei Progetti Agricoli in Perù” che ha curato la formazione ‘in loco’ ed il graduale inserimento dei nuovi volontari nei progetti, e garantito i flussi orizzontali di informazioni tra le varie equipe dei progetti agricoli, coordinando anche l’intercambiabilità operativa dei singoli volontari all’ interno dei progetti in funzione delle necessità e competenze. L’Ufficio funzionava inoltre da centro logistico consultivo ed operativo in grado di affrontare lo studio dei casi o delle proposte di progetto presentati ed elaborarli in base alle direttive e alle indicazioni della Centrale di Roma. Venne poi il momento in cui mi occupai del Coordinamento della ONG e poi del Coordinamento delle varie ONG italiane e poi anche di quelle straniere, operanti nel Paese. Parallelamente e contemporaneamente si allargavano le conoscenze sulle realtà locali che andavano dal micro al macro, dallo specifico al generale, dal tecnico al tecnologico, dal privato all’istituzionale, dal politico istituzionale al politico insurrezionale. Sarebbe assolutamente difficile definire lo sforzo ed il momento di crescita. L’indagine introspettiva, la complessità della realtà locale, la visione del mondo da un’ottica distinta. La ricerca di una visione d’insieme dava origine a sinergie completamente nuove, sconosciute ed originali. Mi sembrava normale occuparmi di progetti sanitari, sindacali, ecologici, agricoli, di comunicazione, di formazione a distanza. Le interrelazioni erano tutte lì presenti anche nello specifico: si complicava ciò che era semplice ed aumentava la chiarezza, si univa ciò che era disgiunto e si semplificava l’apprendimento. Quanto detto, favorisce l’operatività, non rinnega lo specifico e la specificità, unisce la rigorosità metodologica con la flessibilità. Per questo tornai in Perù, come volontario, nel Progetto Marcarà, nella Sierra Centro-Nord, dipartimento di Ancash: in un progetto di produzione di sementi, operativo in un’area di 16 Comunità Contadine; un progetto difficile, amplio, specifico nei suoi interventi ed articolato nella sua operatività come richiesto dalla realtà: un progetto di Sierra. Mi interessava approfondire il processo di approssimazione culturale cori il Perù il che esigeva una lunga e costante presenza fisica e mentale con le popolazioni locali; con i quechua. Quindi appagai, nel limite del possibile, questa necessità cori due anni di lavoro in Sierra, con due anni di esperienze forti, pungenti, taglienti, vere. Questa notevole esperienza mi ha confermato che le Ande sono la culla ed il baluardo di una realtà storica con la quale gli operatori allo sviluppo impegnati in Perù hanno la necessità e esigenza di confrontarsi per non perdurare ed avallare la “equivocazione storica” che da 500 anni è in atto in Perù. Attuando con la dovuta umiltà, facendo attenzione ed osservando il Paese, le forze in gioco, i processi storici in corso ed evidenziando lo spessore culturale e le radici profonde della Sierra peruana, ho constatato che si possono creare alternative reali, necessarie a tutti, lavorando con tutti coloro che si sentono consapevoli dei nuclei umani e culturali presenti in esse e da esse generate ed espresse.
Il viaggio
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